recensioni dischi
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INSECT ARK  "Future fossils"
   (2021 )

Insect Ark è la creatura di Dana Shechter, giunta all’ottavo lavoro discografico dal 2012 a oggi.

A un anno di distanza da “The Vanishing”, il nuovo lavoro si intitola “Future Fossils” (uscito per Consouling Sounds) e comprende tre brani registrati tra il 2018 e il 2021 oltre a un lavoro improvvisato, per una durata complessiva che supera di poco i quaranta minuti.

Dopo aver lavorato a lungo su drone music, noise, avant-garde noise e musica sperimentale, Insect Ark va oltre: abbandonati chitarra steel e basso, già da “Oral Thrush” la sensazione forte è che la nuova strada sia quella di un sound ambient profondo e oscuro, che trae linfa dall’esperienza della drone music, ma proponendo atmosfere più dinamiche, lentamente cangianti.

Qualche conferma arriva da “Gypsum Blade”, che si schiude a poco a poco, prima di trascinare in ambientazioni spettrali e cariche di tensione. Leggermente più breve è il percorso di “Anopsian Volta”, in alcuni frangenti anche più scarno degli altri due: la scelta di proporre un suono più minimale paga, prima di spianare la strada ai ventitré minuti di “Gavitrons”, un set noise improvvisato in una chiesa sconsacrata di Brooklyn, New York, nel 2016, in compagnia di Ashley Spungin ai synth e alle percussioni.

Dana Shechter, che per l’occasione suonava chitarra steel e sintetizzatori, propone qualcosa a cui eravamo più abituati, ma che non stride con i minuti precedenti. Quello di Insect Ark è un ritorno graditissimo, che anticipa anche nuovo materiale in dirittura d’arrivo: la nuova direzione sembra promettere molto bene. (Piergiuseppe Lippolis)