CENTRAL UNIT "Parallelism"
(2021 )
Sono tornati i Central Unit con un nuovo lavoro fresco fresco di stampa: “Parallelism”, uscito per Snowdonia.
I Central Unit sono una band storica della scena progressive/underground bolognese, attivi sin dai primi anni ’80, con una discografia parca di uscite ma sempre molto interessante, musicalmente da sempre sperimentatori, tecnicamente formidabili.
Dopo un primo ascolto di “Parallelism”, mi sono rituffato nei loro precedenti lavori sino allo splendido "I see you” del 2011, così per ritrovarmi immerso nel loro mondo e per capire se questo era cambiato.
Cosa accomuna la produzione dei Central Unit? Sicuramente la loro attitudine a creare mondi sonori che inevitabilmente supportano un modo visivo, che siano immagini, film o semplicemente visioni personali.
Il flusso sonoro è sempre lì che evoca immagini, squarci di luce o buio profondo, perfetta colonna sonora di qualche film ambientato in fumosi sobborghi metropolitani.
I nomi che vengono in mente sono sicuramenti i Porcupine Tree, i Tuxedomoon, ma anche i Pink Floid in acido, però la contaminazione dei loro lavori confonde bene le carte. Il sax ad esempio è sempre lì a condurti in qualche vicolo fumoso di qualche città deserta, solitaria e nebbiosa.
L’ultimo “Parallelism”, a riprova della caratteristica della band ad essere bravissimi ad interpretare musicalmente le immagini, è, in effetti, un progetto cross-mediale, che comprende un film di Marco Bolognesi oltre ad una serie di installazioni dello stesso autore.
In questa nuova fatica i membri storici della band, Alberto Pietropoli ed Enrico Giuliani, pubblicano l'album sempre insieme a Riccardo Lolli ed Andrea Ventura, e con la partecipazione speciale di Isabella Bui al violino.
Nulla di nuovo in questo “Parallelism”, ma attenzione perché questa considerazione non va interpretata come un difetto, anzi: la band è più in forma che mai, il suono potente ed evocativo, le parti degli infiniti strumenti sono complesse e stratificate in un perfetto flusso sonoro perfettamente mixato.
Non ho avuto la possibilità di sentirlo abbinato al film, e penso che questo sia un limite per l’ascoltatore che certamente rimarrebbe più coinvolto. “Parallelism” è un lavoro sicuramente da fruire nella sua totalità audio/video/installazione.
In sintesi ho ritrovato i Central Unit in piena forma e più che mai promotori di un artigianato in via di estinzione, il loro: un suono che è diventato inevitabilmente un marchio di fabbrica e che oggi risuona, nella sua tradizionalità, più che mai attuale.
Sperimentatori Canterburiani. (Giovanni Risso)