recensioni dischi
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THE WATCH  "The art of bleeding"
   (2021 )

The Watch richiama sempre l’idea di una magistrale cover band dei Genesis del periodo Gabriel, dato che ancor oggi i loro tours sono incentrati principalmente su concerti celebrativi dei migliori dischi della band d’oltremanica, facendo così rivivere ai fans le emozioni dei vari ''Trespass'', ''Foxtrot'', ''Selling England by the pound'' e ''The lamb lies down on Broadway''.

Questo gruppo nostrano ha però al suo attivo anche una propria produzione discografica dove, pur mantenendo le tipiche sonorità Genesis, sforna ottimi album farina del loro sacco, come questo ''The art of Bleeding''. La sensazione musicale che mi è scaturita all’ascolto di questo lavoro è stata pari a quella del percorso di un ruscello di montagna che, uscito dalla sorgente, scenda saltellando di roccia in roccia aumentando man mano la propria portata nel prosieguo impetuoso della sua discesa fino a sfociare in mare al culmine del suo viaggio. Qui le sonorità, inizialmente serene ed intimiste, si fanno via via più frizzanti e suggestive, in particolare nella energica e romantica ''The Fishermann'', seguita dalla più focosa ''Hatred of wisdom'' per poi passare alla fantastica strumentale ''Black in deep'', dalle melodie delicate e affascinanti, ampia e suggestiva ansa dell’ipotetico fiume.

La spettacolare ''Red is deep'' conclude in bellezza il disco riprendendo le note del motivo iniziale e… confluendo imperiosamente nel vasto “mare” di una sonorità ad ampio respiro propria dei migliori Genesis. Nonostante si percepisca l’alleggiare dell’atmosfera della storica band inglese, The Watch mostra comunque una propria personalità ben definita, mettendo in bella evidenza classe, smalto ed energia oltre ad un indubbio talento compositivo. Gran bel disco. (AlbeSound)