recensioni dischi
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MARIANNA D'AMA  "Where will you go, Nina?"
   (2021 )

Quattro canzoni di solito sembrano poche, gli EP a volte sembrano quasi delle “demo”, in cui uno sceglie quel che gli sembra sia venuto meglio per “farsi conoscere”. Non è il caso di Marianna D'Ama, già attiva da un po', e che con questo “Where will you go, Nina?”, valorizza al 100% il breve tempo che serve all'ascolto. E che crea un percorso compiuto.

“March 1990” si ispira all'infanzia di D'Ama, dove, quasi parafrasando Peter Gabriel, ci racconta: “My soul is in a cage”. Ma ciò che risalta in queste canzoni, più che le parole, sono voce e musica, unite in un tutt'uno morbido ed avvolgente. E in questo primo brano c'è un crescendo spaziale, con tanto di theremin (suonato da Davide Grotta, il fedele collaboratore di Marianna).

Se già qui la voce è ariosa, in “Underwater” arriva direttamente ai sospiri. Una chitarra dal suono iper riverberato evoca un deserto americano, e nella seconda parte i suoni si fanno paradisiaci ma abissali, sembra per l'appunto di andare sott'acqua. Questa è una delle passioni di Marianna D'Ama: le tastiere vintage, tra cui la farfisa.

Con “Island and Desert” parte scandita anche la batteria, così come l'organo, per un pezzo dal sapore sognante e carico di blues. L'arrangiamento all'orecchio pare fluire liquido, in maniera semplice, ma in realtà è ricco, con tanto di inserti di tromba (non assoli), un fischiettio, una chitarra ancora riverberata, che impreziosiscono la canzone. E anche la sequenza degli accordi scelti non è affatto scontata.

Infine “Dolls” racconta una situazione violenta, dove la protagonista è trattata come una bambola. E la musica esalta le parole, dandole importanza. I suoni sono scelti con cura, e anche la voce dà un'interpretazione intensa. Dura poco ma sembra tantissimo, questo EP, tante sono le emozioni che suscita. (Gilberto Ongaro)