MÖBIUS STRIP "Time lag"
(2021 )
Mi piace il jazz, mi piace il progressive, ma non saprei come decifrare un album prog jazz. Ammesso che ce ne sia bisogno.
Dei Möbius Strip ammiro tutto. Il piano di Lorenzo Cellupica che cammina in ogni traccia, ogni sua progressione sembra la passeggiata di una persona tra i tasti neri e bianchi. Più bianchi. Poi ci sono i sassofoni di Nico Fabrizi che incalzano tutti gli altri strumenti, li pungola nel vivo.
A dare un certo contegno sonoro ci pensa il basso di Eros Capoccitti, che non esagera ma tiene la barra dritta, e infine la batteria di Davide Rufo che, scusate il francese, non rompe le scatole, c'è dove deve esserci, senza sminuire la figura del batterista, anzi dandole una rinnovata nobiltà.
Questo secondo album contiene anche degli ospiti come, ad esempio, Massimo Izzizzari (mi è partito un incisivo nel pronunciarlo) alla chitarra nel brano finale, ''A Theme for the End'' che, insieme ai cori di Debora Camilli e Andrea Martini, sono come la cioccolata: sai che non fa proprio bene ma ne vuoi ancora.
Ci sono "solo" sei brani, ma durano complessivamente circa cinquanta minuti, quindi non vi azzardate a chiamarlo EP. (Matteo Preabianca)