recensioni dischi
   torna all'elenco


LORENZO SEMPRINI  "44"
   (2021 )

Dopo vent’anni d’espressività in inglese, ad un certo punto della carriera è facile che si possa avvertire l’esigenza di ricorrere all’idioma natìo per editare la prima avventura solista, come nel caso riguardante il riminese Lorenzo Semprini, militante tutt’ora nella band Miami&The Groovers, con all’attivo quattro albums con loro.

Ebbene, qualche piccolo germoglio scritturale di prova in italiano e, pian piano, il Nostro realizza che i brani girano bene, decidendo così di raggrupparli, oggi, nella prima prova in solitaria “44”. Ma cosa rappresenta il numero a doppia cifra? I gatti in fila col resto di due? Si scherza… Invece, facendo i seri, è una cifra che nella sua vita ha incrociato più volte, stimolando non poco la sua curiosità e scoprendo che (tra l’altro) s’associa alla “prigione” e alla “interazione con gli angeli”, secondo la smorfia e i numeri angelici.

Nella dozzina dei brani previsti, si apprezza la penna equilibrata di Lorenzo nel saper delineare quadretti sempre “borderline”: vivido ma non troppo, in bilico tra il concreto e l’essenziale, tra l’affronto tematico e l’accettazione consapevole ma non rassegnata. Sono 12 porte aperte sui risvolti del vivere, che spifferano un tornado di vissuti e sensazioni comuni, poco incline all’adulterazione immaginaria.

Lancia i contenuti con “Equilibrio fragile”, pennellata con accordi costanti dai colori malinconici, mentre sa indubbiamente graffiar bene anche con la coppia rock ”Lei aspetta” e “Adrenalina”. Il discorso prosegue con i due singoli “Occhi verdi” e “Rimini '85”: il primo espresso con una ballad energica, l’altro invece miscela un narrato d’amarcord con proiezioni future eleggendolo, così, come un punto cardine dell’opera, similarmente a “Gospel rain” che riflette il suo amore per il sound folk a stelle e strisce.

L’eroicità dell’album è rappresentata da “Johnny il solitario”, un tipo “errante” che nella vita sbaglia, tenta e ritenta e corre con fardelli addosso riuscendo, comunque, a vagare con piglio lucido.

Ricorrendo a echi di steel-guitar, armonica e suggestivo climax americano, Lorenzo si congeda alla grande con quella sua vocalità pienamente intima, che ricorda il Luca Barbarossa più maturo e credibile. Grazie al contributo di 22 splendidi musicisti (tra i quali Alex Valle, Federico Mecozzi, Elisa Semprini, Antonio Gramentieri, Vanessa Peters, Diego Sapignoli) Semprini scocca il primo dardo solista centrando meritatamente il bersaglio qualitativo. Se il buongiorno si vede dal mattino… la prospettiva futura di “44” è più che radiosa. (Max Casali)