recensioni dischi
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FRED LEE & THE RESTLESS  "Sleepwalking in daylight"
   (2021 )

L' inquietudine che regna sovrana, l'ansia ed i timori legati ad una realtà divenuta improvvisamente troppo pesante per essere sorretta sulle spalle di giorno in giorno. ''Sleepwalking in Daylight'', l'album generato "step by step" da Freddy Lee, segna il passaggio dall'acid punk del passato ad un rock sincopato, tagliente e crudo in pezzi evocativi quali il forte "These times are so fucking hard", ed altri più caldi ma ugualmente diretti al sodo: siamo qui, provati dentro ma più combattenti che mai.

Dopo avere suonato in molte band hardcore come Krugen Feller, RiWeN, Royal Downfell, Systa Brytet e Totalt Joule Morner, Freddy Lee debutta con un disco che è commistione di folk e punk, ma che vale il frutto di un puzzle costruito con i pezzi a disposizione; e per la prima volta si va incontro a un disco che è sorretto da invenzioni fantastiche, un appoggio al punk casual ispirato dalla vita che lo ha influenzato, sia positivamente che negativamente.

Testi piuttosto personali plasmati dal pop-up tempo e presi direttamente dalla realtà recente e meno recente: ''The Weight on my Shoulders'', anima a tratti incandescente, pagina che porta ad una porta, e questa che a sua volta porta ad un'altra.

Molto suggestiva "I've tried": traspare l'irrequietezza di Fred Lee che è lui stesso restless, turbolenza. Non ascrivibile a nessuno stile troppo determinato, proprio come il suo protagonista, capace sempre di escogitare una via di uscita o di fuga.

Nei brani del disco trionfa l'eredità particolarmente pesante da portarsi sulle spalle, rinascendo dalle ceneri di una realtà squassata dal recente passato e che attira molte attenzioni sul presente e sul futuro. (Leo Cotugno)