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ROBERTO TARDITO  "Tutto ciò che non vuoi sapere"
   (2021 )

Dieci albums, spalmati in 15 anni di carriera, non è un bottino che possono vantare in tanti, e già da questo si evince che la prolificità compositiva non deficita nel cantautore piemontese Roberto Tardito.

Se poi, questa fitta produzione ha sempre dimostrato aspetti interessanti, ogni sua uscita desta, comunque, curiosità di verificare se si conferma col piglio di sempre. Conferma che giunge puntualmente anche col nuovo titolo "Tutto ciò che non vuoi sapere", con 11 brani in carnet che esprimono la doppia indole acustica-elettrica in contesti di ricercata modernità.

Sicuramente, si tratta dell'opera più complicata, in quanto concepita tra le traversie della pandemia, ma Roberto, piuttosto che farsi sopraffare dalla inerzia forzata, raddoppia tenacia ed impegno dando al suo ultimo lavoro, addirittura un profumo di internazionalità, coinvolgendo alcuni musicisti del globo come Scott Gravin, Tyler Jewell, Vanja Grastic e Lyron Dan.

Non è la prima volta che Roberto ricorre a nomi di peso, e tal ricchezza collaborativa gli ha consentito di affinare, con maestria, l'impulso scritturale in perenne evoluzione. Al taglio del nastro si elevano la dolcezza di "La strada verso casa" e "La foglia rossa": tratti minimali e dall'alto tasso ponderativo che proseguono fino a "La mia ultima canzone per Ellie" in un mood finissimo ed intriso di velata ma non struggente malinconia.

Invece, il cantautore agita lo spartito dalla traccia sette "Come figli dei fiori" con sferzate di brillante pop-rock, mentre graffia con l'ironica e molleggiata "Ho ucciso De Andrè" sulle orme stilistiche dell'eclettico Cristicchi. Dopo aver roteato ancora "La giostra" riflessiva ed intimistica, lancia la dinamica e briosa "Je suis Charlie?" per shakerare con gusto e diletto.

Sarà, ma quel particolare narrato roco, nella conclusiva "Tu accendi l'estate", desterebbe l'appetito di Fabrizio Moro per farne una hit ammiccante. Tout court, ancora una prova di bel cantautorato per l'artista di Ivrea che ha saputo formulare "Tutto ciò che non vuoi sapere"con dosi equilibrate di pop autoriale come uno chef dal fantasioso gusto creativo. (Max Casali)