ROSELUXX "Grand Hotel Abisso"
(2021 )
Costruito attorno alla vocalità penetrante di Tiziana Lo Conte - cantante romana attiva fin dal 1985 nei Gronge, quindi nei Goah – “Grand Hotel Abisso”, su etichetta Goodfellas, segue di quattro anni “Feritoia” e di otto l’esordio di “Resti di una cena”.
A dare forma alla nuova creatura dei Roseluxx, progetto sospeso tra canzone d’autore e schegge di rock abrasivo, provvedono Claudio Moneta (chitarra), Federico Scalas (basso) e Marco Della Rocca (batteria), che con Tiziana formano un ensemble capace di destreggiarsi con la disinvoltura dei veterani tra musica colta e mai celate derive indie.
Nelle dieci tracce di “Grand Hotel Abisso” si agita e palpita una curiosa mistura di istanze, avvolta talora in un’atmosfera irreale, a metà tra letteratura e fascinazioni cinematografiche. E’ un ibrido che plasma brani velati da un’aura di decadenza ed oscurati da una patina retrò, a lungo sospeso tra tentazioni elitarie ed incursioni in territori che lambiscono lande prog e oasi di rock sporco (pregevole “Carver”, sul registro di Alteria).
Tra suggestioni che rimandano ai primissimi Litfiba (“Suspiria”), memorie sparse dei migliori Matia Bazar (“Ragazza a Roma”) e perfino un gradito ammiccamento ai Massimo Volume (“Netflixx”), le prime sette tracce si librano su una musicalità elegante virata seppia, sovente scossa da inattesi inserti di elettricità disturbata e da robuste aperture dei synth.
Ma è nei tre episodi conclusivi che l’album sorprende per l’abilità con cui muta scenario, deviando con decisione verso sonorità rarefatte, addirittura psych in certe inaspettate declinazioni. I suadenti tropicalismi in tempo dispari di “Ruota delle meraviglie” digradano nel piglio incalzante di “Giorno crudo”, aperta in una bolla jazzy e guidata da una scintillante linea di chitarra verso l’ubriacante ingorgo finale, preludio alla conclusiva “Variazione Eldorado”, dilatazione che sfiora il dream pop etereo dei Cocteau Twins con corollario di vocalizzi lontani spenti in una intensa coda quasi chiesastica.
E’ il suggello ad un lavoro articolato e sfaccettato, che traduce in brani di ricercata incisività una cura del dettaglio frutto di lunga esperienza e di acuta sensibilità. (Manuel Maverna)