recensioni dischi
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JULIAN SARTORIUS  "Locked grooves"
   (2021 )

“Locked Grooves”, edito da -OUS Records, è il nuovo album dell’artista svizzero Julian Sartorius. Avevamo imparato a conoscerlo a cavallo tra il 2012 e il 2013, quando venivano pubblicati i “Beat Diary”, uno per ogni singolo mese del 2011. Se l’opera poteva apparire folle, ecco “Locked Grooves” che, quasi dieci anni più tardi, sposta l’asticella ancora più su.

Sartorius parte da un loop di 1.8 secondi e si lancia in un’esplorazione di una quantità abnorme di strutture ritmiche, arrivando a comporre un lavoro di centododici “Locked Grooves” lunghi un minuto e un secondo ciascuno, oppure di un unico flusso che si esaurisce in un’ora e cinquantaquattro minuti. La seconda chiave di lettura sembra essere quella più adatta, perché i singoli “Locked Groove”, numerati da 001 a 112, tendono a sfumare l’uno nell’altro, senza virate troppo brusche, conservando sempre qualche piccola traccia del brano che precede.

È doveroso, dunque, considerare e valutare il disco nella sua interezza, perché l’originalità, la libertà e la forza di questo lavoro risiedono nel suo essere ostinatamente anticonvenzionale, ostico, ma complessivamente davvero affascinante.

Con centododici frammenti musicali, anche l’ordine stesso gioca un ruolo decisivo nel disegnare forme che mutano prima ancora di poter essere davvero metabolizzate. “Locked Grooves” è una discreta impresa in termini concettuali e di composizione, ma potrà davvero scaldare il cuore di chiunque abbia familiarità con la musica sperimentale. (Piergiuseppe Lippolis)