recensioni dischi
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ONE FLOWER LEFT  "One Flower Left"
   (2021 )

Quando esce un disco, diamo spesso per scontato che dietro ci sia un ordinario lavoro di una manciata di mesi ma, talvolta, in progetti come quello dei One Flower Left, c'è un entroterra più ponderato nel tempo.

Il contesto fa capo ad Alessandra Patrucco, artista molto più che sensibile, la cui indole si sintonizza con la natura per osservare, scandagliare, carpire sensi tematici di assoluta profondità e far sbocciare, così, 10 essenze sonore multispeziate, incrociandole con pop, jazz e incursioni d'elettronica e spifferate dance.

L'ugola stilosa risalta già nel singolo "Last breath of summer", che pulsa di variegati stilismi ma, globalmente, con quella voce soave, Alessandra ti sfiora con carezze vellutate come nella triade "Into the blue sky", "A lonely road" e l'eccellente "Plain air", che lambisce la classe di Corinne Drewery (Swing Out Sister), mentre un lodevole eclettismo vocale affiora nel paio "Winter morning" e "Fields".

E' pacifico che la singer non delude nemmeno all'atto d'inoculare vibrati toccanti, spadroneggiando nell'area ballad di "Rain", "All the people" e "Water": atto finale di un'opera raffinata e magnetica, rifinita con sapienza assemblativa che delinea quel panorama (non solo sonoro) che la Patrucco contempla da lungo tempo, e che ultima con dettagli intimistici di prima scelta.

Forte di un curruculum forgiato con 3 albums, rassegne jazz e d'arte varia, anche in terra europea, la Nostra spicca nell'underground con una proposta eccellente per classe e t(r)atto istintivo che non troviamo così frequente tra le quote rosa. Diamo tempo al tempo... e gli One Flower Left navigheranno col vento in poppa. D'altronde, con una capitana così, la rotta intrapresa è quella giusta. (Max Casali)