B.I.T. (DANIELLE DI MAJO & MANUELA PASQUI) "Come again"
(2021 )
Manuela Pasqui è una pianista laureata in composizione e arrangiamento jazz, Danielle Di Majo una talentuosa sassofonista pluripremiata e con tante collaborazioni alle spalle: dal loro incontro vede la luce il progetto B.I.T. e la produzione di “Come Again”, nata nel pieno della pandemia con “il desiderio di ricominciare a essere insieme, di resistere, di comunicare e di farlo attraverso la musica”, come ammette il duo.
Quindi un’opera pensata per consolidare un’amicizia, un sodalizio artistico, un’affinità di gusti musicali e, insieme, buttarsi alle spalle un periodo complicato.
“Come Again” è un disco suonato solo da piano e sax, composto da sette cover più due brani originali: “Cagnaccio” e “Della mancanza e dell’amore”.
Le sette cover, anche se sarebbe meglio parlare di rielaborazioni in chiave jazz, provengono della tradizione classica e sono ridotte ad una essenza quasi embrionale per diventare spunti, basi da cui partire per far decollare la fantasia delle due musiciste, la sinergia tra i loro strumenti e il fraseggio di ispirazione shortiana.
Quindi, un’istruzione per l’uso per “Come Again” è farsi trascinare dalle melodie in costante evoluzione, tralasciando i punti di contatto con l’originale, apprezzando le capacità digressive delle due musiciste e l’amalgama tra i due strumenti.
E va considerato che “Come Again” è praticamente un album live, sebbene registrato in studio, infatti tutte le take sono spontanee, tutte buona la prima, per far rivivere le sensazioni, le emozioni, l’espressività del momento lasciando libera la voglia di improvvisazione delle due musiciste.
La ricerca del lirismo e della melodia guida l’ispirazione del duo, piuttosto della tecnica, della pioggia pirotecnica di note tipica dei virtuosi del jazz; anche le due composizioni originali, pur scritte da mani diverse (“Cagnaccio” è composta da Danielle Di Majo, “Della mancanza e dell’amore” dalla pianista Manuela Pasqui), sono unite dallo stesso approccio. Gli altri brani scelti sono frutto di un accurata selezione: si passa da Thibaut de Champagne detto Il Trovatore a John Dowland, da Monteverdi a Schubert, dal canone di Johann Pachebel allo standard “Bunessan”; molti brani, originali compresi, sono legati a temi d’amore, corrisposto o meno, ma sempre percepito come motore vitale delle esistenze.
In “Come Again” il sentimento romantico e l’amore per il jazz si fondono legati dalla spontaneità e la genuina passione, così che il risultato è un album intimo e languido ma ricco di una forza resistente, figlia di un periodo difficile, quello pandemico in cui è stato composto, un’opera che è, anche, un’ulteriore testimonianza della speranza e del desiderio di tornare a comunicare e ricongiungersi agli altri tramite la forza dirompente della musica. (Lorenzo Montefreddo)