recensioni dischi
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DR. SNAUT  "Me ne rendo perfettamente conto"
   (2021 )

“Me ne rendo perfettamente conto”, dichiarano nel titolo del loro album. Si rendono conto, dicono, di non avere una chiara direzione di genere. Eppure lo stile è ben chiaro. Il trio dei Dr Snaut viaggia su binari che scorrono nel jazz anni '50 (senza improvvisazioni), con certe incursioni sudamericane per quanto riguarda le raffinate modulazioni della chitarra, le progressioni armoniche: ci si perde a seguirle, ad esempio, in “Les vieilles batardes”, dopo un accordo in tremolo che faceva invece pregustare il deserto dell'Arizona.

Più volte capita che il basso avvii le canzoni, con riff intriganti e ruffiani, come quelli di “Lanciafiamme” e “Passiflora”. La delicatezza del suono contrasta con i titoli buffi, come “Stanza con precipizio” e “Zainetto metafisico”; in quest'ultima è curioso seguire il batterista. Qualche nota di pianoforte d'eccezione, arricchisce la freschezza della “Mozzarella isterica”, che se la premi escono gocce di latte. Ma quale mozzarella, questa è una signora mozzarella!

Ok scusate, spegniamo la tv. “Assembramenti in sacrestia” inizia con una sequenza minacciosa, che comprende anche il diabolus in musica (tritono). Poi proseguono con le loro coordinate più rilassate, a parte un inspiegabile urlo a sorpresa. “El verdugo” si rivela la più complessa dal punto di vista compositivo, con molte parti diversificate, mentre “Zauberflote” rivela una certa vena melodica nel chitarrista, il tema suonato è cantabile. Nel complesso, l'album è stilisticamente uniforme; variegato nell'esplorazione armonica e melodica, ma sempre tenue nei colori. (Gilberto Ongaro)