recensioni dischi
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SALDUIE  "Ambaxtos"
   (2021 )

Originario di Saragozza, Salduie è un collettivo spagnolo formato da otto inquietanti figuri che propongono una insolita mistura di metal imbastardito con ascendenze folk.

Rigonfio di melodie ampie e potenti, massicciamente contrappuntato da inserti di fiati tra i quali spicca il piglio baldanzoso della cornamusa, “Ambaxtos” è un concept complesso e ben rifinito che oscilla tra storia, esoterismo e mitologia, incentrato sull’istituto del vassallaggio tra i Celti e sulle vicende ad esso legate.

Se musicalmente ricorda talora un improbabile – ma efficace - ibrido tra Loreena McKennitt e gli Ska-P con digressioni in territori prog (“La muerte de Asdrùbal”), dal punto di vista dei contenuti conserva forti legami culturali con la tradizione popolare: interamente cantato in spagnolo, veicola un fascino oscuro sparso ad arte in trame cangianti – la title-track su tutte - e riversato in una opulenza mai ridondante.

Prodotto difficilmente esportabile, tra vestigia di musica celtica, madrigalismi medievali e scariche di elettricità titanica imbastisce quarantasei minuti di visionaria epicità a passo battagliero; scosso da trame stimolanti e vivacizzato da ben tre cantanti, il cui stile oscilla tra melodia e growl (emblematica “Tagus”), disegna con insistenza armonie intriganti, sia che si tratti di cavalcate a perdifiato (“Caraunios”), sia che indulga ad una maggiore riflessività (“Las llamas del Ustrinum”).

Arricchito dall’impiego di strumenti inusuali (dal bouzouki alla dulciana al bodhran) e nonostante l’uso di cornamusa e flauti rischi a tratti di connotare eccessivamente la scrittura dei brani, l’album si mantiene trascinante ed appassionato dall’intro incombente di “Kenos” alla maestosa chiusura della funerea “Descarnatio”. Opera godibile anche prescindendo dalla complessità letteraria e dall’accurata ricostruzione storica, entrambe sottese ad un torrente di energia alla cui travolgente furia è piacevole abbandonarsi. (Manuel Maverna)