FILIPPO BUBBICO "Honolulu arrivo"
(2021 )
Appena ho visto il cognome, ho preso in carico a scatola chiusa l’analisi di questo album “Honolulu arrivo” di Filippo Bubbico. Sì, perché è una dinastia di cultura musicale quella che suo padre Luigi ha trasmesso, sin dall’infanzia, attraverso l’amore per le sette note, facendolo anche con la figlia Carolina, della quale mi ero occupato recentemente per il suo “Il dono dell’ubiquità”, in maniera entusiastica. Ora, tocca a Filippo tenere alto il gonfalone di famiglia con 9 nuovi brani, stavolta tutti in italiano e shakerati con dosaggi di variegati stilismi.
Ad esempio, i due singoli “Ti ricordi” e “Non salgo da te”, differiscono tra pianistico indie ed un bel groove pop-funky molto attuale nell’insieme, mentre “Straccio” e “In ognuno di noi” tende alla quiete elegante tra moderno cantautorato e striature di soul. Tra le songs serpeggia, comunque, la netta volontà di Filippo di fare ponderare l’importanza di scoprire sé stessi anche avvalendosi del fattore “Noia”, generalmente visto come una seccatura ma che incarna la spinta necessaria per concedersi un riscatto ridestante (sempre che uno lo voglia!).
Lui cerca in “Honolulu” quell’isola psicologica dove rifugiare per ricompattarsi e dar vita a nuovi stimoli evolutivi. Poi, lancia un “Missile” carico di mood pop-funk che piacerebbe assai a Tommaso Paradiso. Ma l’elemento contemplativo, il Nostro lo sfoggia nella closing-track “Jnana”, donandoci una fluttuazione ponderativa sospesa nell’onirico.
“Honolulu arrivo” non cela mai l’intento di identificarsi nella promessa che la ricerca introspettiva in essere sarà sempre un work in progress, poiché all’incertezza sul futuro, va abbinata la garanzia di stanare i sensi reconditi dell’anima, parimenti a quell’anima fluorescente che lampeggia nel cuore progettuale di un’opera seconda che stimola non poco contemplazione e analisi profonde, alleggerite da una prova del 9 ben riuscita con classe autoriale. (Max Casali)