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ORKESTRA RISTRETTA  "In & out"
   (2021 )

Musica che fuoriesce da un confronto di esperienze, di sogni, di desideri. Nella casa circondariale di Sollicciano, in provincia di Firenze, Massimo Altomare, famoso per il grande duo con Francesco Loy (i celebri Loy & Altomare, primattori della scena tricolore negli anni '70), ha voluto fortemente questo momento che unisce e genera: ne è scaturito "In & Out", firmato da Orkestra Ristretta. Come afferma il titolo stesso, questa è una sintesi in musica di sogni, quelli che si possono inseguire dentro le mura di un carcere, ma il risultato che se ne consegue musicalmente è di eccellente qualità.

L'Orkestra, nata nel 2007 dal Laboratorio Musicale "Musica Terra Comune", si è impegnata nella persona di tutti i detenuti del carcere toscano, celebrando una serie di nove incontri, appunto "dentro e fuori" dallo stesso; assieme a loro, ed al direttore Altomare, si dimostra fattiva e brillante (si annoverano momenti di stile rhythm and blues, piccoli distillati rock, e anche una ballad). Le firme sono quelle di Andrea Gozzi, Lorenzo Lapiccirella, Michele Lombardi, Federico Pacini (già nella Bandabardò), Stefano Rapicavoli degli Zumtrio, Francesco Giomi, direttore di Tempo Reale, infine il Coro CONfusion, un grande gruppo vocale formato da immigrati, rifugiati e cittadini italiani.

Dalle influenze rock si passa al reggae, al blues ed al folk con sorprendente versatilità: il linguaggio musicale valica ogni confine geografico, etnico, sociale. Il lungo riff di chitarra e basso in "Sole" fa da sipario alla prima invocazione (in ogni brano dell'album ne è visibile una): ''Ti ritroverò per strade nuove, oggi soffierò nel vento che porta altrove". Incalzante e suggestivo, il brano sfocia in una promessa che l'uomo rivolge a sé stesso prima che alla sua amata: "Viaggerò ovunque, oggi partirò nel tempo che mi rimane. Portami nei tetti, nei cieli diversi, tra i mille colori del mondo, ma insieme saremo una storia da ricostruire. Ti porto nel tempo passato insieme e insieme saremo una storia da riscoprire".

C'è il vivo anelito dell'aria per non morire, di qualcosa da ricreare e che manca in maniera quasi ossessiva in "La vita sbanca", brano che accarezza con il suo ritmo frizzante ma che dietro questo aspetto ne cela un altro, quello di qualcosa che si è spezzato. L'invocazione è una preghiera, adesso: introdotta da una piccola filastrocca ("La vita sbanca, a volte sbianca, ti fa alzare bandiera bianca; la vita incanta, a volte ammanta, a volte è troppo e a volte manca") sfocia in un grido sorretto da un vortice di chitarra elettrica: ''Libero, libero, libero'', ripetuto tre volte. Per terminare con la postilla "c'è chi ha sentito dentro l'infamità". Brano incalzante, forte nelle parole, ancor più nel suo volto tutto espressamente rock. Si chiude con l'incontro della chitarra con la tastiera ed il basso, in un diminuendo molto sfumato.

''Everyday'' è un piacevolissimo Rap che, dentro, richiama anche atmosfere wave: a differenza del precedente motivo, l'invocazione qui è diretta, espressa in inglese: ''I Will Pray you Every Day", la vera vita è quella che si vive ogni giorno, priva di legacci, viva nei suoi legami più profondi. Voce e chitarra si amalgamano in un impasto potente e imperioso, caratteristico il canale di fiati che regala un tono comunque solenne.

L'incontro delle culture e degli stili ha un suo preciso messaggio: ''Andrà tutto bene''. Spazio alla rinascita dentro e fuori, con quella intro che pare interminabile, con la chitarra a dettare modi e tempi, la batteria che scandisce il ticchettio del tempo che passa e che ti ha scavato dentro: il soul sposa le influenze reggae, il battito del cuore che pareva cosa ferma ed inespressiva è tornato a pulsare, e la parola silenzio ha lasciato il posto ad una nuova invocazione: ''Andrà tutto bene".

Il desiderio di libertà entra nel rap, nella ballad strumentale de "La Nave", si libra sulle ali di ''Rapatuà'': non solo musica ma ritratti di esseri umani in grado di crearsi un nuovo destino. (Leo Cotugno)