recensioni dischi
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SIS FELIX  "Rebirth"
   (2021 )

Ma come? Siamo nel 2021 ed ancora si odono echi di anni ’80? E meno male che il combo foggiano dei Sis Felix sbandiera ancora sonorità di quell’epoca, poiché sono sempre termometro di buona salute!

Perciò, gli estimatori e neofiti del genere, con l’e.p. di 4 brani “Rebirth”, potranno deliziarsi di una matrice stilistica che risplende nei fasti di New Order, Joy Division ed indizi di Depeche Mode. Un pokerino servito sul tavolo dell’oscurità esecutiva che, però, non va vista come angoscia spirituale ma, semmai, veicolo di “rinascita”, appunto.

Con intro tribale si presenta la titletrack, ma lo sviluppo ideativo non tarda molto a manifestarsi in tutta la sua visceralità dark, mentre “Sorrow” fa galoppare il basso per intersecarlo con archi inaspettati, e ciò gioca a favore della band, abile nell’introdurre fresche idee.

Infatti, l’estro violinistico di H.E.R. (già al lavoro con Battiato, Morrissey e Teresa De Sio) lo ritroviamo anche nella successiva “Your colours”. Quindi, uno special-guest che aggiunge garanzia d’ascolto, che non è di certo “Tempo perso” in quanto, ai saluti, “Lost time” avviluppa la mente in un circuito gagliardo ed appagante.

Attivi dal 1985, e vogliosi di dare il seguito a “Figures” di due anni fa, tal desiderio si evince nettamente nella scrittura, molto ben coesa ed eloquente, che mira a stregare le nostre paure con un tappeto assemblativo che conduce a nuova vita. Benché quello che viene srotolato dai Sis Felix possa sembrare umidificato da goccie di malinconia e stille struggenti, sottotraccia suggerisce, comunque, una risposta salvifica. Basta cercare nell’imo compositivo di “Rebirth”: una “rinascita” a tutto tondo. (Max Casali)