recensioni dischi
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AIRPORTMAN  "Across the flatlands"
   (2021 )

In Across the Flatlands gli Airportman, attivi sin dai primissimi Anni Duemila, collaborano con Francesco Pala dando vita a una serie di seducenti istantanee delle pianure che la band dipinge perfettamente. A completare i pezzi, infatti, sono proprio le istantanee di Francesco Pala, che saranno diffuse dal gruppo in cofanetti in tiratura limitata.

Across the Flatlands è una splendida finestra su come gli Airportman, band matura, ambiziosa e versatile, sappiano rinnovarsi a vent’anni dalla prima pubblicazione. Sonorità a tratti epiche e a tratti più intime si intrecciano tra loro con raffinatezza e sapienza. Le composizioni provengono tutte dalla pianura. È lì che nascono ed è lì che prendono forma, con passo talvolta indeciso e incerto, come avviene in “Here Comes the Darkness”, che presto diventa esplosiva e radiosa, o con incedere sin da subito potente e dominante, come in “Lux Interior”. Esperimenti e tradizione si compenetrano spesso tra loro, come avviene in “The Ghost of Electricity”, che nel titolo sembra racchiudere un riferimento a un celebre e meraviglioso verso di “Visions of Johanna” di Bob Dylan (1966). Il “fantasma dell’elettricità” nella nebbia delle pianure, la terra piatta che sembra scomparire nel cielo a distanza, del quale questo disco è la perfetta colonna sonora.

Emozioni, pulsazioni, frenate e partenze. Per tutto l’album gli Airportman giocano con queste sensazioni e categorie, scoprendosi folk, rock, avanguardisti, tradizionalisti, in linea con i colori e i panorami variegati delle pianure che celebrano. La cupa “Bealera” sembra condurci in un inferno incandescente ed eterno mentre la cristallina “Rinascita”, con il suo titolo rinfrescante e pacifico, sembra condurci alla luce. Contrasti e richiami tra sonorità differenti o complementari modulano il disco e scolpiscono un progetto affascinante e originale.

A quasi vent’anni dal loro esordio, gli Airportman continuano a dimostrare di sapersi reinventare e di voler continuare a crescere senza timori e rinunciando a muoversi soltanto nella propria comfort zone. I rischi che si prendono sono pienamente calcolati e coerenti col loro percorso artistico. La varietà di scene che Across the Flatlands regala ne fa uno dei lavori più convincenti del gruppo. (Samuele Conficoni)