recensioni dischi
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CRISTIANA VERARDO  "Maledetti ritornelli"
   (2021 )

A quattro anni da “La mia voce”, a maggio è tornata Cristiana Verardo con “Maledetti ritornelli”, pubblicato per G-Rodischi e distribuito da Believe.

Il nuovo album della cantautrice salentina è figlio di un lungo percorso di ricerca e da una serie di incontri che ne hanno influenzato e plasmato il sound, ora più articolato che in passato. Rimane saldo il legame con la tradizione cantautoriale italiana e così anche l’attenzione per le melodie, che avvicinano le sonorità alle moderne sfumature del pop, ma nel disco esiste un afflato world riconoscibile in diversi passaggi e che arricchisce notevolmente la proposta.

L’album ha visto la collaborazione col cantautore napoletano Claudio Domestico, aka Gnut, per la titletrack, con Carolina Bubbico, che ha partecipato alla composizione di diversi brani, ma anche di Daniele Vitali per i testi, di Redi Hasa che ha realizzato l’arrangiamento di “Non potevo saperlo”, di Cesare Dell’Anna, Girodibanda, di Rachele Andrioli, Maria Mazzotta, Enza Pagliara e molti altri musicisti nel corso delle registrazioni.

Profumi mediterranei e uno sguardo aperto al mondo sono rinvenibili già con “Ti ho portato il mare”, in apertura, nella sua atmosfera soffusa, e “Maledetti ritornelli”, il manifesto programmatico del disco, metafora dell’urgenza di ricerca interiore. Si cambia prepotentemente registro con l’atmosfera festosa de “La vita in un istante”, con qualche elemento che ricorre anche in “Chiance”, fra umori balkan e chitarre taglienti.

Completano il lotto “Non potevo saperlo” e il suo elegantissimo arrangiamento, la malinconica “Il tuo nome” e la profondissima “3000 anni”, dal punto di vista di due alberi d’ulivo. “Carramba e bim bum bam” è la chiosa quasi naturale di “Maledetti ritornelli”: il tempo dell’infanzia e della leggerezza viene rievocato e sigilla un album ricco di buonissime intuizioni musicali e segnato da testi sempre molto curati. (Piergiuseppe Lippolis)