SUBMARINE SILENCE "Did swans ever see God?"
(2020 )
Quando si inserisce nel lettore un CD proveniente dall’orbita artistica di Cristiano Roversi, fra i più noti tastieristi-compositori del panorama neoprog fin dai primi Novanta coi suoi Moongarden (fra le poche band italiane dove il cantato anglofono calza a pennello), coinvolto in diversi progetti e con una nutrita carriera solista alle spalle, navighiamo in acque sicure.
In Did swans ever see God?, quarto album in studio dei Submarine Silence a quattro anni di distanza da Journey through Mine (Ma.Ra.Cash Records, 2016), il tastierista mantovano e il suo consolidato sodalizio musicale formato da David Cremoni alle chitarre e dal vocalist Guillermo Gonzales, arricchito con ospiti di tutto riguardo (Alberto Zanetti, chitarra elettrica; Davide Marani, voce solista, cori; Manuela Milanese, voce solista, cori; Valerio Michetti, batteria), ci proiettano in un susseguirsi di atmosfere ispirate ai classici dei primi anni Settanta, in prevalenza Genesis, centrate su un inconfondibile sound analogico, denso e di grande impatto melodico, senza patire “l’effetto cover band”.
Siamo infatti tanto lontani dalle pedisseque e stucchevoli riproposizioni di deja vu musicali, quanto vicini ad un’alchimia fra classico e moderno all’insegna di una qualità frutto (anche) dell’esperienza maturata in molti anni di expertise progressivo. Non è in queste acque che si deve cercare l’Araba Fenice dell’originalità a tutti i costi (inconoscibile come il noumeno kantiano ma presente come conatus spinoziano – mi sia consentito un richiamo alla filosofia liceale), ma l’immersione in sonorità caratterizzate da quell’irresistibile retrogusto romantico-malinconico dove noi progster (e non solo) amiamo tanto perderci.
Saliamo dunque a bordo del silenzioso Sottomarino e (ri)viviamo in musica le leopardiane sensazioni del “naufragar m’è dolce in questo mar”. (MauroProg)