recensioni dischi
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URAL UMBO  "Roomer"
   (2021 )

In Roomer, appena uscito per Consouling Sounds Records,gli Ural Umbo si servono dell’aiuto di Marko Neuman (Dark Buddha Rising, Sum of R, Waste of Space Orchestra, Convocation) per dar vita a un Roomer che è per l’autrice metafora di uno spirito senza corpo in cerca di un nido, un viaggio avanguardistico ostico e appassionante che accoglie il caos di una percezione senza limiti che è ben rappresentata da questo lavoro oscuro e angosciante.

Le tredici tracce che compongono Roomer non sono semplici per l’ascoltatore che vi si avvicina. Il duo dà vita a un viaggio nella psiche di ciascuno di noi che presuppone la volontà di lasciarsi andare e accettare di scavare fino in fondo alla nostra anima, in quei luoghi reconditi del sommerso, del taciuto e del rimosso. Un nido, si diceva. Questo è ciò che ogni anima che intraprende questo percorso vorrebbe raggiungere. Ma ogni strada che sembra indicare la via d’uscita è lastricata di ostacoli. Spiriti sinistri, maligni e dispettosi popolano i brani del progetto, che spesso accarezza lo sperimentalismo dei Sunn O))) (“Non-Form”, “Against Our Understanding”) e le curve psych dei Throbbing Gristle (“Landmarks and Tears”, “The Proximity to Trauma”).

La discesa agli inferi, però, è accompagnata da una serie di ulteriori influenze musicali che rendono il disco particolarmente ispirato e curato. Ci sono chiari riferimenti a un certo jazz avanguardistico declinato in un industrial serrato e violento (“An Unquestionable Belief in Subliminal Messages”), c’è qualcosa di gothic rock, disturbante e vigoroso, e persino di new wave e post punk (“Influence Influences Influence”), c’è uno sperimentalismo puro e concreto che perseguita e turba (“Processes of Transformation”). Trasformazioni, degenerazioni, universi distanti che provano di comunicare tra loro. La musica degli Ural Umbo non promette pacificazioni ma garantisce scosse di elettricità estremamente potenti.

Per tutti questi motivi, Roomer, nella sua volontà di risultare difficile e per certi versi indecifrabile, riesce a costruire qualcosa laddove il linguaggio sembra rompersi, annullarsi, e dove restano soltanto (rovine) di suoni impossibili da interpretare. Ma è proprio in quel momento che gli Ural Umbo decidono di raccogliere i cocci e provare a costruire nuove strutture, che non possono che risultare frammentarie e incompiute. (Samuele Conficoni)