TERRITOIRE "Étude de la profondeur"
(2021 )
Un non ben identificato “oggetto”, cade in diversi strati di materia. Fine. In concreto, è questo che accade in “Étude de la profondeur”, lavoro dell’artista francese Territoire (al secolo Olivier Arson) uscito per Humo International Records. Però, l’oggetto viene fatto cadere in un’ex fattoria, dall’acustica particolare, e il rumore delle cadute dell’oggetto, viene registrato da otto sintetizzatori granulari, e ciò che registrano viene pesantemente elaborato. Il risultato è una sensazione di 16 minuti, che ognuno può interpretare personalmente. A me sembra di percorrere un lungo tubo alla velocità della luce, come in un wormhole, ma disseminato di detriti, chiodi, pulviscolo atmosferico e quant’altro. Verso il decimo minuto, l’esperienza acustica sembra addirittura produrre calore, una sensazione tattile. Non a caso, il titolo indica uno studio sulla profondità: il rumore è forte ma controllato, mai lasciato cadere in un “noise” abrasivo.
La tridimensionalità è ben definita, così come la sensazione di trovarsi “dentro” qualcosa, e qualcosa di molto stretto. Nel finale, tutto diventa più reale, senza distorsioni, e percepiamo i vari pannelli vibrare per far scorrere l’oggetto. La seconda traccia, “Alliage”, è la stessa esperienza ma più breve (quasi 10 minuti) e meno elaborata, è come materiale grezzo. Il risultato è diverso, anche perché per ottenere quello che ascoltiamo, Territoire ha utilizzato 12 repliche dell’esperimento, e di fatto, questa è una selezione dei risultati prodotti dal vivo. In questo secondo giro, l’esperienza è più frastagliata e sfuocata, meno limpida come nella traccia principale. I suoni non sono cristallini, anzi è tutto più ovattato e cupo. Ma anche questo colore può prendere. Territoire è geografia astratta, per perdersi in un non luogo metafisico. (Gilberto Ongaro)