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FRODE HALTLI  "Avant folk II"
   (2021 )

Dopo la trascendenza, e dopo la fantascienza, il mondo sonoro di Frode Haltli ritorna per darci una nuova suggestione, con “Avant Folk II”, uscito per la storica Hubro Records. Si tratta di quattro capitoli musicali, ciascuno della durata che va dagli 8 agli 11 minuti, dove i dieci musicisti che suonano ci trasportano in un viaggio nel folklore norvegese, tradotto in chiave avanguardistica. Restano ancora alcune tracce del blues di lavori precedenti, ma sono parentesi. Ad esempio, in “Foggerland” la fisarmonica, nel suo giocare con le note, intona ad un certo punto una scala con la blue note. Ma poi si fissa a ripetere brevi formule melodiche vivaci. Il brano aumenta l’allegria fino a prorompere in una festa gioiosa, bruscamente interrotta per entrare in un sinistro jazz, fatto di reverse e paura. Il violino “normale” e l’Hardanger fiddle, nientemeno che di Erlend Apneseth, viaggiano alla ricerca di appigli, fino a ritrovare la strada per la festa.

“Nordlys” è aperta dal goat horn, un tipico corno norvegese e svedese, ottenuto dal vero corno di una capra, dal particolare timbro che sta a metà tra la tromba e il flauto, dolce e squillante insieme. Quando la band si accende, il sintetizzatore utilizza suoni che richiamano il goat horn precedente, mentre batteria e contrabbasso accompagnano in modo gentile. Il sintetizzatore e l’hammond sono suonati nientemeno che da Ståle Storløkken, che come Apneseth è un altro musicista che abbiamo spesso incontrato in passato. Danno la bella idea di essere tutti amici, che si sostengono a vicenda nelle rispettive visioni musicali. Il terzo brano, “Gravberget”, fa intonare all’unisono una melodia multicolore, è il brano che maggiormente mantiene la sensazione folk.

Nella prima metà del capitolo di chiusura “I Olsten son i Vesten (All over the place)”, sax e fisarmonica utilizzano la scala araba, cioè suonano dei microtoni. Il che alle mie orecchie, forse un po’ ingenue in fatto di organologia (scienza che studia gli strumenti musicali), è motivo di sorpresa. Intuisco gli strumenti a corda (suonati da Juhani Silvola), ma come fa Haltli ad ottenere quelle note con la fisarmonica? C’è una tastiera temperata, che non consentirebbe l’esecuzione delle note fra tasti bianchi e neri. Guardando su YouTube, però, vedo che Frode usa la fisarmonica con bottoni sia a sinistra che a destra. Non mi avvento in interpretazioni e mi tengo lo stupore. Durante queste esplorazioni microtonali, la chitarra elettrica crea un fondo psichedelico, dopodiché è il suo momento d’assolo in overdrive, puntellato qua e là dal sassofono, in una sorta di jazz rock. Ho finito i termini intellettuali. Dopo trascendenza e fantascienza, questa è semplicemente una figata pazzesca! (Gilberto Ongaro)