LUCIO DALLA & GIANNI MORANDI "Dalla Morandi"
(1988 )
Il primo veniva dalle cataratte del cielo che avevano fatto piovere applausi e lacrime per “Caruso”; il secondo aveva trovato seconda giovinezza, dopo gli sfarzi dei ’60, partendo da “Uno su mille”. Uniamoci, dissero, in un periodo in cui Bologna sembrava colpita da fortunite acuta: i successi canori, Alberto Tomba che sciava come un principe olimpico, e Lorenzo Marronaro che segnando anche di naso riportava la squadra in serie A. Era poi una stagione florida per la musica italiana, che rialzava la testa dopo anni in cui bastava un Picnic At The Whitehouse qualsiasi per mettere all’angolo un nuovo De Gregori o un De Andrè. Erano forse le prime radio tematiche di solo musica italiana, era forse la voglia di tornare a sentire il vernacolo natio, ma questo doppio album capitò a fagiolo: i due si scambiavano favori, cantando l’uno i successi dell’altro, andavano a bussare a nobili porte (Guccini e Battiato) per alimentare un repertorio già alquanto succoso, e trovavano jolly radiofonici con “Vita” e “Dimmi dimmi”. Tutto felice sotto il sole, con tanto di serata del tour in diretta su Rai Uno. Fossero riusciti a mandare in classifica anche il commissionato inno per la promozione dei rossoblu, “Le tue ali Bologna”, insieme alle voci dei concittadini Carboni e Mingardi, avrebbero potuto anche andare in campo, l’anno dopo, a fare i gol che il sovracitato Marronaro, in serie A, proprio non ne voleva sapere di infilare in porta. Ma questo album allungò di un decennio la vita del duo: Lucio Dalla avrebbe trovato, due anni dopo, una “Attenti al lupo” da trenino televisivo, mentre Morandi tra belle signore e banane lamponate avrebbe confermato che la seconda giovinezza sarebbe stata tanto lungo da potersi definire anche terza, o quarta. (Enrico Faggiano)