recensioni dischi
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LE ZAMPE DI ZOE  "Casa"
   (2021 )

Ce ne fossero di progetti come quello dei Trasporti Eccezionali! Nel quale, una cordata di professionisti, uniscono le forze in una holding per cullare artisti dal talento acerbo, per poi farli crescere con pertinenza e dare, cosi, importanza anche alla realtà locale in cui operano musicisti e cantanti. Per l’occasione, decidono di puntare sul duo felsineo di Le Zampe di Zoe (che corrispondono all’identità di Edoardo Baschieri ed Elisa Debbi) col penta-e.p. “Casa”, che esula dal tradizionale significato di focolare e/o residenza, rimarcando, invece, quello di status personale, pronti ad erigere le mura che derivano dalle nostre esperienze di vita. All’ingresso di… casa, aprono il “Sacchetto per il vomito”, bello colmo di tutte quelle esperienze e sentimenti che vorremmo gettare via, in contesto malinconico col commento di una chitarra fresca e punzecchiante, mentre tira aria pop-irish nella morbida “Thiene”, che ostenta un azzeccato amalgama vocale. Poi, Il duo bolognese sfodera la titletrack con una indie-ballad che non teme di rivelare mestizia poiché a casa si sta, comunque, bene in compagnia della persona che si è deciso di essere. La toccante “Pia” ci dovrebbe suscitare più di una semplice riflessione, poiché la dislessia che colpisce la bimba del titolo vede il mondo come qualcosa di strano e sbagliato, ma l’incomprensione del prossimo può talvolta rivelarsi un boomerang di forza e caparbietà. La coppia rispetta il piacevole garbo esecutivo anche nella conclusiva “Portogallo”, con un’espressione semi-cinematografica, per benedire i nostri errori come fulcro di ripartenza per svolte esistenziali. Forse, “Casa” è un dischetto che non verrà capito nell’immediato ma, d’altronde, chi si è mai sentito compreso in tutto? E, magari, sarà la loro fortuna di sentirsi diversi, velatamente anacronistici ma sempre con la passione in tasca ed il cuore che pulsa con indomita sincerità. Prendiamo atto di quello che ognuno è, ed abbracciamo fortemente la consapevolezza di chi siamo: ce lo suggeriscono due giovanotti di belle speranze. Perché non ascoltarli? Da tempo immemore lo tramandano i latini: “nosce te ipsum” (conosci te stesso)… (Max Casali)