ODLA "Oltre il cielo alberato"
(2021 )
Proviene da Trento questa proposta saldamente piantata nella grande tradizione della canzone d’autore italiana. Aldo Tanzi, aka Odla, ha pensato bene che a ventisette anni fosse troppo banale inoltrarsi in maniera superficiale nei meandri della musica. Ecco quindi il ricorso alla musicalità della nostra bellissima lingua, ricca di storia, di poesia, di amori e le cui sfumature sanno portare nelle profondità più remote dell’animo umano. La nostra letteratura ne è piena testimonianza. Da questo disco, che è una sorta di concept, di viaggio nell’intimità, mi aspettavo sonici cambi di umore, che chiaramente non ci sono stati, lasciando il posto o il pulpito alla musicalità delle parole, nel tentativo di creare attorno ad esse un po’ di alone poetico, mai così importante come nell’attuale periodo di forzato distacco dagli affetti. È per questo che dentro gli undici brani che compongono “Oltre Il Cielo Alberato”, prendono contorni e vita non solo persone immaginate, come Hassan che fugge dalla guerra, ma anche entità come la luna, la notte, il fuoco oppure l’amore, come è giusto che sia. Come spiega lo stesso artista, questo è un disco nato dalle contraddizioni che la vita gli ha riservato. Si è rivelato quindi una sorta di percorso terapeutico, dettato dall’esigenza di discernere quanto di positivo era rimasto tra le macerie lasciate dalle delusioni dell’esistenza. Dal disco emergono parole, ritmi e suoni minimali, ricchi di empatia, rabbia, a tratti facilmente decifrabili da chi (ma lo siamo più o meno tutti) è alla ricerca di un briciolo di felicità. A questo punto, penso che per Odla un’urgenza sia stata colmata. Pertanto, in una ipotetica futura raccolta di ulteriori canzoni, viste le sue capacità introspettive, potrebbe rivelarsi altrettanto emozionale esplorare l’aspetto del suono, continuando un percorso comunicativo che, facendo una sommatoria, profumerebbe di... completezza. Ma il mio è solamente un augurio ad un bravo, sincero artista. (Mauro Furlan)