ITACA REVESKI "Sogno solo /-\ria"
(2021 )
Nettuno è un paese del litorale laziale, noto per aver dato i natali non solo al noto calciatore Bruno Conti ma anche al musicista, produttore e compositore Itaca Reveski (Gianmarco Ricasoli) che, per il mondo delle 7 note, nutre un’autentica passione profonda poiché, attraverso la musica, scende da sempre negli abissi dell’anima per catturare il senso esistenziale, alla ricerca dell’autenticità del proprio e dell’altrui vivere, senza essere schiavo di ostentare atteggiamenti da vincenti, senza esserlo mai stato, ed è proprio qui che è insita l’illusione del vanto e del benessere materiale, piuttosto che puntare al ben-essere come valore primario. Il nuovo esa-e.p. “Sogno solo /-\ria” tende a stimolare la parola chiave: “consapevolezza” delle proprie emozioni, dei propri mezzi, con un firmamento sonoro minimale, rispettoso, che anela di sollevarsi in alto come la “Noovola” iniziale dell’opera, cullante come “G/bye (0,0)”, incorniciata in uno splendido drawing-video. Tocchi di chitarra sussurrata e veleggi immaginifici sono l’imprescindibile passepartout per entrare nel dolce cosmo di Itaca, che rivolge un invito diretto: “Andiamo sulla luna”, ossia puntiamo in alto senza il timore di essere nessuno. L’aria fluttuante e palpitante di “Delle sirene il c/-\nto” concede l’ennesimo afflato magnetico, con rifiniture assemblative di tutto rispetto. Dopo aver omaggiato, con fine equilibrio, il masterpiece Battistiano “I giardini di marzo”, il Nostro si congeda con il pop-indie “20:venti”, l’unico video non in cartoon-style, in cui scorre il Nostro in prima linea con personaggi di contorno che rendono la traccia la più esplicita di un’umanità che si mostra cosi com’è: pane al pane e vino al vino. Dopo la militanza negli Infinita Symphonia, Wrongonyou e una serie di interazioni metal con personaggi di un certo peso (Fabio Lione dei Rhapsody, Tim Owens ex Judas Priest, Ralf Scheerers dei Primal Fear ed altri), per Itaca scattò la molla solista in veste di esploratore analitico, curioso, mai pago di cercare risposte equilibrate dell’“errare” umano, fatto di passi piccoli ma risolutivi, per tentare di esorcizzare il disincanto da medaglia d’oro, sempre in agguato dietro l’angolo e che annienta nelle persone il piacere di ambire a contenuti più edificanti della solita routine. Reveski sogna solo /-\ria? Sì… ma di quella buona. (Max Casali)