SERGIO BORSATO "Occhi di lupo"
(2006 )
Italia sì, Italia no, profferivano gli inimitabili Elio e le Storie Tese. Nulla a che fare con Sergio Borsato, chiariamolo subito, il genere è tutt'altro. Però Italia sì o Italia no, questo dev'essere stato e dev'essere ancora il filo sul quale il trapezista Borsato si muove, e lo fa con mestiere. C'è, certo, l'Italia, perché questa è canzone d'autore D.O.C., senza fronzoli ma ricercata. Ma c'è anche tanta, tantissima America. Sergio deve aver masticato e digerito diversa musica a stelle e strisce, diverse ambientazioni musicali e testuali d'oltre oceano. Il mix che ne esce è oltremodo vincente: 'Figli di una luna storta' e la title track 'Occhi di lupo' sono gemme, rock e parecchio di più. Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino delle campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del Fiume Brenta – e una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo. A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque… Pink Floyd, Eagles, America, Crosby… e gli italiani De Andrè, Bubola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali, di cui conserva scritti e poesie. Inizia a scrivere la prime canzoni in 'coiné Veneta'. Collabora con vari gruppi musicali locali. Nei sotterranei e nelle cantine nascono le prime armonie, le prime canzoni. Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori e nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta nelle principali città del nord Italia. Da questo tour nasce l'album “Live Tour 1999” che gode un ottimo riconoscimento di critica. Nel 2001 aviene l'incontro con il compositore ed arrangiatore Nicola Albano con il quale nasce subito un rapporto di amicizia e di collaborazione artistica importante. Da questo incontro nasce da lì a poco una nuova casa di produzione musicale indipendente, Daigo Music Italia srl, con la quale si darà vita al primo grande progetto discografico intitolato "La strada bianca" in collaborazione con Sony Music Italia. A questo lavoro hanno preso parte noti musicisti di fama nazionale ed internazionale tra i quali Andrea Braido, Massimo Varini e Davide Ragazzoni, e altri. Uscito nel 2004 l'album ha destato molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su “America Oggi” (il più importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero), oltre che su varie testate nazionali. Nell’estate del 2006 il cantautore partecipa alla notte bianca milanese il 24 Giugno 2006 insieme a Cremonini, Grignani, Fornaciari, Bennato/Britti e al prestigioso Verona Folk al Castello di Montorio. Sono eventi che anticipano l’uscita del nuovo album “Occhi di lupo”. Il cantautore ha strutturato un percorso di ricerca e trasformazione raccontando storie di anormalità e fantasia nel linguaggio quotidiano consueto. “Occhi di lupo” è l’apoteosi delle storie minime, del vissuto quotidiano a cavallo tra il serio e i faceto, tra il bene e il male. Le due facce della medaglia viste attraverso occhi di un dio bifronte tratto dalla tradizione celtico-babilonese. Storie inusuali condensate nella quotidianità del bene/male, del bianco/nero, della vita/morte. Inoltre, insieme al produttore ed arrangiatore padovano Nicola Albano con il quale Sergio ha condiviso gli arrangiamenti, ha coniato un neologismo che porta il nome del “FROLCKS” (come lo definisce il cantautore, un misto tra FOLK, ROCK e BLUES), e che sintetizza al meglio “un sound” con ritmiche vintage, chitarre “grosse dalle sonorità internazionali” e una voce caratteristica. Il connubio di generi che ne nasce è un qualcosa che ha già un forte seguito all’estero mentre in Italia ancora non si è creata una scena. Tra le righe quindi l’intenzione di dare vita ad una collana di dischi denominata “Frolcks” che valorizzi la musica italiana in un periodo particolarmente difficile per quest’ultima. “Occhi di lupo” contiene dodici brani: canzoni come “Il Re degli orchi”, apologia di un uomo semplice di villaggio, una sorta di “Shrek” dove Sergio usa in alcune parti il marchio di fabbrica e cioè la coinè locale Veneta. Oppure la stessa titletrack “Occhi di lupo”, dalla quale si evince l’apoteosi trasversale tra uomo e lupo che si fondono in un'unica parola: “fedeltà”. In “Gira” c’è la sintesi del continuo divenire in questa giostra che è la vita, mentre in “Figli di una luna storta” Sergio crea un grande spazio e dà voce ai figli dell’altra parte, agli emarginati che quotidianamente lottano contro l’isolamento e il silenzio; e lo fa in maniera dirompente con un brano che fa ricordare le ballads del grande rock per la sonorità e l’interpretazione prestata. Sono sicuramente i testi il punto forte di Sergio, mai banali e sempre pronti a dipingere o raccontare con il colore delle parole (“Colorerai il mio mondo”). “Occhi di Lupo” si presenta nel complesso un album che vuole portare l’italianità nelle sue sfaccettature più caratteristiche verso un mercato nazionale ed internazionale. A tal proposito è da ricordare che il precendente album è stato distribuito, recensito ed apprezzato da testate giornalistiche americane, giapponesi, olandesi e tedesche, a dimostrazione di come gli altri paesi apprezzino un progetto di valorizzazione delle lingue del territorio. Al disco ha collaborato Massimo Bubola nelle vesti di prezioso suggeritore e inserendo in due canzoni dell’album il sound cristallino ed inconfondibile del violinista Michele Gazich. (Andrea Rossi)