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AMBROSE SEDDON  "Espaces éphémères"
   (2021 )

“Espaces éphémères”, appena uscito per Empreintes Digitales, è il nuovo album dell’artista elettroacustico Ambrose Seddon. Si tratta di una collezione di composizioni realizzate a cavallo tra il 2005 e il 2017, per un’esperienza complessiva che arriva a sfiorare l’ora e un quarto di durata. La prima è “Traces of Play”, dedicata ai suoi genitori e ispirata dai giochi che era solito fare con suo fratello minore, episodio in cui l'artista scompone il suono percussivo di alcuni giocattoli e li veicola all’interno di un flusso elettronico ruvido e opaco. Segue un approccio simile anche la terza traccia “The Nowness of Everything”, idealmente realizzata per celebrare le qualità e la straordinarietà dell’oggi, inteso come concetto, subito dopo l’esplorazione dei contrasti spaziali e materiali realizzata attraverso la più scarna “Pellere”. “10_35_70”, lungo il suo percorso, cresce lentamente e si spezza in maniera improvvisa in più di un’occasione, mentre nell’avvolgente e rarefatta “Fleeting Strands” è percepibile il suono naturale del mare catturato nelle contee del Norfolk e di Devon, pur nascosto sotto una coltre elettronica. “Fouram”, apparentemente più timida, rappresenta il passaggio dal conscio all’inconscio, attraversando irrequietezza e ansia, con un suono delicato, ma perfettamente capace di restituire quelle sensazioni. “Espaces éphémères” è un lavoro ostico a cui occorre più di un ascolto per rivelare tutte le proprie sfumature e lasciarsi apprezzare in maniera completa. (Piergiuseppe Lippolis)