PIPPI DIMONTE "Majara"
(2021 )
Appena ho letto il titolo dell'album, mi è tornata una memoria d'infanzia. "Quella è una vecchia majara!" mi diceva mio padre, quando incontrava una anziana antipatica. Ora, capitemi, quando ho cominciato ad ascoltare il disco ero prevenuto, mi aspettavo una vecchia che saltasse fuori da qualche parte. Cosa puo' fare la fanciulezza! Invece, questo lavoro è molto piacevole. Clarinetti, mandolini, chitarre, contrabbasso e pandeiro. Tutto si amalgama, tessendo livelli diversi, con sfumature leggiadre e educate. Il contrabbasso di Dimonte è quasi secondario, un paradosso, visto che il progetto porta il suo nome. Pero', se lo si ascolta attentamente, si comprende quanto lui sia il Virgilio che guida gli altri in questo paesaggio sonoro, distante, ma alla fine è li, davanti agli occhi. ''Fenestrelle'' e ''Quasimodo'', rispettivamente secondo e ottavo brano, sono i meglio riusciti. Il corto crescendo sul finale di ''Finestrelle'' è molto evasivo. Di questi tempi l'evasione non è scontata. Invece, ''Quasimodo'' ha tutto quello che cerchi nel jazz moderno: convulsioni di note ma sempre con tocchi eleganti. (Matteo Preabianca)