recensioni dischi
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ALESSIO VITO  "SottoVuoto"
   (2021 )

A cinque anni di distanza dal suo debutto discografico come solista, è tornato, con “SottoVuoto” Alessio Vito, cantautore irpino classe ’90, già fondatore della band prog Locus Amoenus e membro degli Zerella, come chitarrista e arrangiatore. Anticipato da “Settembre”, al tramonto del 2020, il nuovo album di Alessio Vito ha ripreso la formula del cantautorato rock e ha visto la partecipazione di diversi musicisti, a comporre una sezione ritmica estremamente corposa e in grado di conferire all’album profondità, ricchezza di contenuti e varietà in termini di composizione. In generale, l’album alterna momenti squisitamente cantautoriali e accelerazioni rock come quelle di “Fino in fondo” o di “Aria respiro”, quest’ultima arricchita anche dai fiati, mentre l’apertura e la chiusura sono affidati a due brani più intimi: “Settembre”, che svetta per la sua eleganza, e “Canzone scritta male”, episodio fiabesco e in grado di evocare le Alpi francesi innevate, dove ha effettivamente visto la luce. Tra i brani migliori del lotto, figurano anche il nuovo singolo “Canzone dell’attesa”, che vede la presenza della chitarra manouche di Jean-Laurent Pernin, e “Il giorno dopo”, ballad struggente che cresce in termini di pathos sulle percussioni ed è cullata dalle tastiere di Emilio Capuano. “SottoVuoto” è un grande esempio di cantautorato nostrano: caldo, limpido, scritto bene, al punto che i tre quarti d’ora del disco semplicemente volano. (Piergiuseppe Lippolis)