SELFLESS ORCHESTRA "Great barrier"
(2020 )
Progetto molto interessante quello della Selfless Orchestra, band australiana che fa il suo debutto discografico con “Great Barrier”, lavoro dalle tinte post rock/ambient, un viaggio sperimentale alla ricerca di paesaggi nascosti e suoni che aprono la mente. Prodotto per la Stock Records, è una grande sorpresa di quest’anno, lo studio e la composizione sono di notevole qualità e le tracce che compongono l’intero album sono un’esplosione di colori e atmosfere uniche.
Il disco si apre con l’intro molto particolare, dove si percepisce un rumore di fondo, con un violino che inizia il suo cammino, incastrando il suo tempo in un loop ripetitivo, a seguire due tracce collegate tra loro “Time Is a Flower Pt. I (The Dream Refused to Stay the Same)” e “Time Is a Flower Pt. II (Colourful Notes of Nocturne)”, della prima troviamo anche un video con la band al completo. Le sonorità angeliche si fondono con le chitarre distorte e nel contorno troviamo dei cori che completano l’opera.
“False Bodies” è un altro brano diviso in due parti, nella prima sezione (''Innocence'') troviamo un piano malinconico che segue la linea perfetta di violino e batteria, qui in pieno stile Balmorhea. Nella seconda sezione (''Ignorance'') il suono dà un’impronta fondamentale al timbro quasi drone/ambient che rende il tutto pazzesco.
Nelle tracce che si susseguono troviamo tutto lo studio fatto in fase di composizione, a partire dalla struggente “Bleached” per passare alla diretta e delirante “Beyond Allusion”, quasi progressive anni '70 stile King Crimson. Chiudiamo il ciclo con “Whale Song”, dove di sottofondo ci sono versi di balene e un delay geniale. “Eden is Lost” chiude questo grande lavoro, la durata molto lunga ci culla in qualcosa di dolce e sensibile, da pelle d’oca.
La Selfless Orchestra fa quindi centro all'esordio, dando una forte impronta al genere, abbastanza di nicchia, ma che porta il pubblico ad aprire la mente ad orizzonti nuovi.
(Simone Catena)