recensioni dischi
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GIANLUCA DE RUBERTIS  "La violenza della luce"
   (2020 )

A cinque anni di distanza da “L’universo elegante”, è tornato l’artista leccese Gianluca De Rubertis, per il terzo capitolo del suo progetto discografico. “La violenza della luce” arriva diversi anni dopo l’esperienza condivisa con Alessandra Contini, quando il duo noto come Il Genio aveva conquistato la ribalta nazionale, in particolare grazie al singolo “Pop porno”, ma, per certi versi, questo nuovo è il lavoro più vicino a quel passato. Gianluca De Rubertis, per l’occasione, ha un po’ accantonato gli esperimenti dei precedenti due lavori, per tornare ai synth analogici. Coadiuvato da Lele Battista e Leziero Rescigno in fase di registrazione e produzione, Gianluca De Rubertis riparte dal synth pop e, con una scrittura anche più ispirata, scrive quello che probabilmente è il suo lavoro solista più riuscito. I pezzi sono otto e si esauriscono in meno di mezz’ora: diretti e orecchiabili, non si somigliano mai troppo e appaiono sempre a fuoco e fluidi nel loro incedere. In apertura, “Voi mica io” è già un brano di critica sociale di grande impatto, mentre il singolo “Solo una bocca”, impreziosito dai ricami degli archi, descrive la necessità dei sentimenti. Adesiva e ipnotica “Versateci del vino”, prima della dolce virata verso il synth rock di “Che ci facciamo noi”, mentre si fa lacerante la malinconia di “Pantelleria”. La titletrack si svela lentamente, in un’atmosfera avvolgente, poi il romanticismo di “Nel cuore del cuore” conduce verso il gran finale, con “Dimmi se lo sai” e la sua ottima coda. A metà tra synth pop e cantautorato, Gianluca De Rubertis sembra davvero aver trovato la sua migliore dimensione con “La violenza della luce”. (Piergiuseppe Lippolis)