recensioni dischi
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LEGOWELT  "Unconditional contours"
   (2020 )

Non ha più bisogno di presentazioni Danny Wolfers aka Legowelt, tra i più importanti musicisti elettronici sulla scena olandese (e non solo) sin dagli anni Novanta. L’artista olandese è da poco tornato con “Unconditional Contours” (uscito per OUS Record Label), un lavoro di dieci brani per poco più di mezz’ora di durata, che rappresenta il periodo trascorso allo SMEM, il Museo Svizzero degli Strumenti Musicali Elettronici. Legowelt era stato invitato per primo al progetto “playroom” del Museo e lì ha potuto utilizzare diversi sintetizzatori, oltre a quelli che lui stesso colleziona da tempo, compreso il Farfisa Synthorchestra. Ad aprire è il sound allucinato di “Unconditional Contours Memory Moog”, ma l’album svolta subito in direzione simil-danzereccia con “Chateaux Dans Le Ciel Farfisfa Syntorchestra”. “Swiss Fairytales” e “Little Music with a Big Synth” immergono in un’atmosfera vagamente fiabesca, poi “Evolution EVS-1 Promars and Prophet 5” suggerisce un deciso cambio di passo, che si compie definitvamente nelle note psichedeliche di “Prophet Vector Synth Dazzling in the Sun” e in “These Phenomena Are Not Well Understood”. Nel finale, l’anima più dance sembra nuovamente venire fuori con “SMEM23 Digital Clap Trap Promars Prophet”, prima dell’atterraggio morbido con “Roxannes Magic Watch” e il divertissement di “FBT Synther 2000”. Legowelt regala un pezzo un lavoro per cultori della musica elettronica e dei synth, confermando ispirazione e una certa sensibilità artistica. (Piergiuseppe Lippolis)