recensioni dischi
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MARIANNE BAUDOUIN LIE  "Atlantis, utopia and ulvedrømmer"
   (2020 )

Marianne Baudouin Lie è un’artista norvegese di stanza a Trondheim. Violoncellista, musicista da camera e ricercatrice, Baudouin Lie è da poco tornata con il doppio album “Atlantis, Utopia and Ulvedrømmer”, uscito per Particular Recordings, in cui ha interpretato, con voce e violoncello solista, pezzi commissionati da compositori come Maya Ratkje, Stine Sorlie, Eirik Hegdal, Lene Grenager e Ellen Lindquist. L’obiettivo dell’artista era quello di esplorare le potenzialità della voce come mero strumento musicale: nello specifico, come estensione delle corde del suo violoncello. Più che la forma canzone o pezzi particolarmente strutturati, quindi, Marianne Baudouin Lie ha inseguito l’interazione tra i due elementi costitutivi di quest’opera, facendoli dialogare in maniera così intensa da renderli quasi indistinguibili. I pezzi, divisi come detto in due CD, sono in tutto quattordici. L’idea alla base di “Atlantis, Utopia and Ulvedrømmer” è già chiara a partire dall’opener “Many Thousands Gone”, col violoncello più protagonista della voce, come nei quattro “take” di “Concertino per violoncello et voce”, in cui il violoncello disegna e la voce modella i contorni, cancellando il più piccolo interstizio. In altri casi, nel CD2, la narrazione avviene su un sottotesto musicale (“Tusler I Natten”) o in un incessante profluvio di suoni che rasentano i confini della psichedelia (“Steppende Musikalstjerne”), prima dell’elegantissima “Loop 3: Tilbake”, su cui si spegne l’intera opera. “Atlantis, Utopia and Ulvedrømmer” è un lavoro solidissimo, nel quale l’artista dimostra una sensibilità rara, e l’esigenza di sperimentare non compromette una certa fruibilità. (Piergiuseppe Lippolis)