OJKOS "Alea iacta est"
(2020 )
“Alea Iacta Est”, appena uscito per Odin Records, è il titolo del nuovo album degli Ojkos, un’orchestra jazz creata da Andreas Rotevatn nella primavera del 2018 e che conta oggi ben sedici musicisti, tutti provenienti dall’area di Oslo. “Alea Iacta Est” muove da un principio cardine del pensiero di Rotevatn: quello di realizzare musica complessa, ma che sia anche fruibile da un pubblico ampio. Nonostante questo tipo di ambizione possa apparire fuori portata per un’orchestra jazz così ampia, “Alea Iacta Est” riesce effettivamente nel suo intento: i suoi quaranta minuti, pur evidenziando le grandi qualità tecniche dei musicisti coinvolti, scorrono senza mai perdere di vista l’obiettivo. A “Innsegling” spetta solo il compito di introdurre un lavoro che entra effettivamente nel vivo con “Breidablik 1” e “Breidablik 2”: la prima melliflua e fiabesca, la seconda, più meramente orchestrale e robusta in termini di suoni e ritmi. “Elegi Karmosin”, invece, scorre senza particolari guizzi e spiana la strada alle note afro di “It’s South African Time” e “It’s Western African Time”, che ricreano esattamente le sensazioni suggerite dai rispettivi titoli, regalando anche due dei passaggi più belli del lotto. Si cambia prepotentemente registro con la meditazione di “Dikt Til H” e l’introspettiva ma elegantissima “The Khorovod Prayer”. In chiusura, compaiono “Helter Skelter 2”, una sorta di bad trip legato al mito della canzone dei Beatles e del suo fascino oscuro, e “Snow In Treschow”, che vira sul gospel. Andreas Rotevatn è riuscito nel piccolo miracolo di coordinare sedici musicisti verso una proposta che mostra grandissima solidità, ma che senza fatica potrà essere apprezzata anche dai neofiti del jazz, in virtù dell’attenzione e la cura riservata alla melodia e, in generale, alla fruibilità in senso lato. (Piergiuseppe Lippolis)