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THE BLIND MONKEYS  "Argini"
   (2020 )

Già anticipato dai tre singoli ''MerceMarcia'', ''Teco'' e ''Animale'', lo scorso 7 agosto ha finalmente visto la luce ''ARGINI'', il primo album full length dei Blind Monkeys, un nuovo e ambizioso progetto musicale che si propone di conciliare la tradizione del cantautorato italiano con l'espressività e la potenza della musica rock. Un intento sicuramente coraggioso che, tuttavia, risulta riuscito soltanto a metà.

Dal punto di vista puramente strumentale, infatti, possiamo notare fin dai primi brani un sapore squisitamente anglosassone che ci rimanda subito alle grandi rock band dei gloriosi anni Settanta. È quel tipo di rock di altri tempi ma che non passa mai di moda, è quel tipo di rock che vorresti avere in macchina durante un lungo viaggio on the road, quel tipo di rock capace di tenerti compagnia quando sei felice e quando sei triste, quando sei in camera da solo e quando sei a ballare con l'inseparabile comitiva della tua adolescenza.

Un punto sicuramente a favore di questo disco è l'invidiabile pulizia del suono, e un utilizzo della chitarra che dovrebbe essere preso da esempio da tutti quanti i numerosissimi gruppi emergenti. Un po' più fiacca la parte vocale, che risulta invece schiacciata dalla strumentazione di gran lunga più potente, e ancora meno riuscite le lyrics che, oltre ad essere poco originali, male si incastrano col resto della musica, risultando così come una fastidiosa interferenza che non dovrebbe essere presente.

Sembra che, nell'intento di inseguire la più pura spontaneità, la band abbia preferito sacrificare la ricercatezza di testi capaci di aprirti mondi interi, testi che da sempre sono un elemento tipico del migliore cantautorato. E questo è un grande peccato, perché molto del potenziale di questo disco è andato perduto, a riprova del fatto che fermarsi qualche tempo a studiare a tavolino un pezzo non è sempre una cattiva idea.

Nel complesso, i ragazzi dei Blind Monkeys ci hanno regalato un album pieno di promesse che non sono state completamente mantenute. Di certo ci troviamo davanti ad un disco che vale la pena di ascoltare e che ha molto da offrire, ma c'è ancora spazio per maturare. Restiamo fiduciosi!