LUCRECIA DALT "No era sólida"
(2020 )
Arduo, ostico, impervio. Sfidante.
Astratto come sempre. Ancora di più, se possibile.
Distante anni luce dal piacere immediato che la musica può offrire, “No era sólida”, appena uscito per RVNG Intl., ripresenta Lucrecia Dalt a due anni da “Anticlines” intenta ad approcciare con la consueta sfrontatezza una materia sonora sfaccettata e indigesta.
Al solito: arte concettuale, costruzione metafisica che ricostruisce à rebours l’essenza di Lia, creatura immaginaria - forse alter ego di Lucrecia - alla quale la Dalt stessa dà voce ergendosi a medium: l’album materializza Lia dall’opener “Disuelta” (che potrebbe sembrare – mutatis mutandis, e vi prego di crederlo – una outtake di “Antichrist Superstar”) ai dieci minuti della title-track in chiusura – recitato in spagnolo su dilatazioni liquide che collassano in una interminabile coda di bassi – plasmandone la vicenda attraverso una successione scomposta di stati, momenti, situazioni.
Spettrale, inquieto, scosso da un ininterrotto fluire di suoni, rumori, disturbi, drone-music ed elettronica infida, manipolazioni, distorsioni, trucchi, interferenze: come se Pipilotti Rist avesse deciso di fare musica, traducendo in suoni le sue installazioni surreali.
Spiazzante e fastidioso, richiede ben più di una password di accesso: innanzitutto esige disponibilità a spingersi all’estremo; quindi concede l’accesso a patto di lasciarsi risucchiare dalla vicenda così sinistramente – ermeticamente, o per misteriosa agnizione - narrata lungo le dieci svolte cieche di un disco che è più musica per visual art che intrattenimento. Teatralità, avanguardia, espressionismo spinto.
Ricorre a contrappunti ossessivi e minimali (un fischietto, un tintinnìo) che trafiggono arie buie come pece. La voce viene stravolta, mascherata, sfigurata da echi ed effettistica assortita ("Seca“); ogni episodio assume sembianze ultraterrene, devastato com’è da percussioni sintetiche (“Endiendo”), sussurri, figure ripetute a produrre un senso di straniante ossessione.
Non sempre la musica produce gioia immediata: qui il livello è differente, quindi lasciate ogni speranza e arrendetevi. O cogliete l’occasione. (Manuel Maverna)