CATERINA "Caterina"
(2020 )
Quando si pensa che ormai, sul tavolo del pop, vengano smazzate più o meno le stesse carte, non si fanno i conti con i rilanci improvvisi di bravi/e outsiders che rivitalizzano la partita di un "piatto che piange" con un "cip" invitante, che coinvolge nel gioco uditivo, e la puntata che fa la giovane singer Caterina (Cropelli) col suo omonimo album è di quelle vincenti. Dieci brani pop dal sapore insolito che pongono la cantautrice di Cles nella sfera delle promesse di imminente sbocciatura. Apre con un "Soffio" carezzevole e con risvolti freschi ed affabili. Acquista ritmo in "02" con un percorso dinamico e molto catchy che lambisce i connotati di una hit estiva. Ma..."Quando" è ottimale gustarsi quest'opera? Direi che in ogni anelito d'evasione ci sta a pennello, per la semplicità che sprizza dai pori esecutivi, al pari delle immagini del relativo videoclip e, se cercate spruzzate pop-folk, Caterina non delude offrendo un "Fiorellino". Poi si gioca il featuring del rapper Anansi, ospitandolo in "La tua collezione": brano dal velato fascino canoro e molleggiato quanto basta. Scatta l'ora del singolo "Il cielo in una scatola", che assume particolare suggestione se fruito con le sequenze del bianco e nero della clip. La Nostra sa come variare il suo mondo pop, senza rischiare commenti del "già sentito": infatti, con "Occhiali" ci vede lungo, contemplando un brano con inusuale spensieratezza e gusto. Dopo la delicatezza narrativa di "Non ti ho detto mai", che suscita aspetti magnetici, lancia i titoli di coda con la ludica e godibile "Duemilacredici" che già riscosse, tempo fa, parecchie attenzioni per l'efficace scorrevolezza lirica, supportata da saltuari sfizi sincopati. Con l'ausilio di Clemente Ferrari, dello Gnu Quartet e di altri pregiati musicisti, "Caterina" è album speculare, nel quale l'artista trentina riversa il suo campionario di moods avvolti nei destini a 360°. Acceca con il sole ma non cela il buio, c'è grinta cosi come la dolcezza in un concentrato comunicativo tutt'altro che inflazionato, ma col fermo proposito di non nascondersi dietri vacue maschere. E' decisamente il suo album, nel quale regna la summa di sé stessa, nel bene e nel male. Che sincerità! Brava. (Max Casali)