DYNAMICA "Dynamica"
(2020 )
Il rock è la loro lingua madre, il traino per incidere un segno tangibile in una progettualità incline all'irrinunciabile varietà stilistica, in un genere che, se trattato come fanno i modenesi Dynamica, allora un giro di disco val bene una Messa. Tanto, qualsiasi sentiero si intraprenda, tutte le strade portano al rock e sono infinite. L'omonimo album è un debutto "grasso", apparecchiato con ben 14 brani, e ci vorrà tempo affinchè i loro echi si dissolvano nell'aere. Si avverte come sia un'opera suonata "ad personam", colma di benzina ideativa che brucia con schiettezza ed impegno, priva di qualsiasi "Ombra" esecutiva che convince sin dall'opening-track, che morde con pacca e vigore, mentre c'è aria di blues nella lineare "Pianeta perso", e che l'eloquio sia tutto in italiano, non è particolare risibile e né cosi tanto battuto. Sia chiaro: i Dynamica hanno sì artigli graffianti ma pure tatto e cuore verace per omaggiare teneramente Francesco Nuti in "Cecco il prigioniero". "Il tempo" d'ascolto, non è abbastanza per carpire i risvolti creativi dei Nostri, che sanno scrivere, parimenti bene, in àmbiti ballad. Ma, il tempo che personalmente "Ho bisogno" è proprio il terzo singolo estratto, che si snoda tra lande di riffs convincenti e qualche dettaglio tendente ai Negrita. Largo ora ai "Sogni" e a "Le nostre lacrime", sgorgate in puro involucro rock-blues che illumina la sequenzialità ragionata della tracklist. In "Blackout" è tempo di pagare dazio a lor signori Led Zeppelin e Black Sabbath, che han tirato su allievi altamente recettivi come i Dynamica, che mai han dimenticato le loro lezioni storiche. Alla più lunga del reame tocca l'onere di serrare l'album e, sebbene in "Un anno d'amore" si auspichi una chiusura travolgente, invece ci salutano nel conforto di sette minuti placidi. Appurato che tecnica e maestria sono saldamente nelle corde dei Dynamica, mi sembra che quest'album incarni risvolti d'indubbia internazionalità ma, purtroppo, se oltralpe non si mastica english, i nasi si arricciano ed emerge un certo snobismo di base, però ai pregiudizi che dilagano in tal senso, diciamo a testa alta: peccato... peggio per voi! (Max Casali)