MATERIALI SONORI UNIVERSITY "Coppi arrive - Live 1989"
(2020 )
In occasione del centenario della nascita del ciclista, icona di un’epoca, Fausto Coppi, ricordato nel 2019, spunta un album con contenuti musicali provenienti dal passato di curiosa ma affascinante connotazione. E’ una interessante performance live, recuperata, restaurata - da registrazioni originariamente effettuate su nastro - e convertita in musica digitale. Si tratta di un live concert della Materiali Sonori University tenutosi il 10 giugno 1989, in occasione del settantaduesimo Giro d’Italia, nell’ambito della sonorizzazione dell’evento “Coppi Arrive – Odissea sportiva multimediale”, presso il Museo d’Arte contemporanea L. Pecci di Prato. Uno spettacolo con coreografie ed immagini appositamente curate per l’evento. Poi una performance musicale particolare e non facilmente etichettabile, tramite colorite suite strumentali che si muovono tra i generi, in maniera talmente schiva e fugace da non farsi denominare. Una musica insolita ed imprevedibile, sperimentale, con molte influenze sonore e liberamente adattata alla narrazione degli eventi memorabili della vita del Campione. Una musica necessaria come la memoria, composta da Paolo Lotti, Arlo Bigazzi e Giampiero Bigazzi. Brani come “Tema di Coppi I e II” aprono un piccolo mondo fatto di sperimentali miscellanee di stili, con espressioni musicali tra di loro comunicanti. E le sonorità sembrano emulare i gesti e le vittorie del Campione. La prima parte ha la funzione di mostrare all’ascoltatore, ignaro, la botola di un piccolo mondo, pieno di curiosità musicali. A guidare il percorso è poi un sax suonato con l’intensità tipica che lascia ben trasparire gli attacchi adrenalitici, tipici dei musicisti durante le performance live. Si espandono poi nella seconda parte del brano, per il tramite, stavolta, di una tromba guida, in definitiva affermazione sonora. “Izoard” è fatto di fraseggi e suoni arrangiati alla stregua delle produzioni tipo rock tardo-progressive degli anni settanta del secolo scorso. Una via di mezzo nella parte musicalmente calma e meno arrabbiata che sta tra gli Area, la P.F.M., le Orme. “Dopo la prigionia”, che è tra le partiture più interessanti, gioca tra gli arpeggi di pianoforte e le sfuriate di chitarra distorta, creando un certo ambient che ha il sapore di mistero. E poi si cheta con la purezza di un flauto di traverso. “Da Cuneo a Pinerolo”, altro brano interessante, ha l’andamento galoppante e la tenuta di un basso funky, il tutto volto a condurre l’ascoltatore verso le acrobazie sonore di sintetizzatori e chitarre elettriche ad effetti variegati. Anche qui l’effetto sonoro crea un ambient un po' contrastante con l’immaginario ed il contesto novecentesco di Fausto Coppi. Ma proprio per questo, affascinante. “L’oggetto meraviglioso” gioca il ruolo del brano enfatico, lento ed intenso, tipico della sonorizzazione di immagini in bianco e nero, prive di audio ed in movimento a scorrimento veloce. “Castellania” sembra invece offrire spunto per immaginari interessanti, anche se, tuttavia, rispetto agli altri brani, lo fa in maniera più scontata e meno efficace. Ricalcando, sostanzialmente, uno schema di arpeggio chitarristico in delay che si ripete all’infinito, senza dare particolari contributi. Infine “Il grande airone ha chiuso le ali”, ossia la chiusura complicata ed articolata della storia del Campione. Anche qui prevale un misto di suoni che portano verso il mistero, verso i titoli di coda e la mente che continua a chiedersi di qualcosa non compresa della storia narrata. Anche questo è il fascino di queste composizioni. Il fatto, cioè, di risultare complicate ed a tratti oscure, moderne, in un immaginario invece genuino e realista come quello dell’Italia ai tempi di Fausto Coppi. Un interessante modo, oltre che per celebrare il Campione, per rivoluzionare in piccolo il contesto in cui il Campione visse, gareggiò, vinse.
(Vito Pagliarulo)