LEVEL 42 "Running in the family"
(1987 )
“Non era bello ma accanto a sè aveva mille bassi e suona Lessons in love e Running in the family e To be with you again e It’s over”. No, Mark King proprio bello non lo era, con quello strano riportino biondo su una pelata prematura. Ma aveva un modo di picchiare sul basso che rendeva il suo stile riconoscibile, quasi unico. E, dopo i primi approcci alle classifiche con “Something about” e “Leaving me now”, la formula funzionò ancora di più nell’estate 1986, quando tutta Europa lo stava ad ascoltare mentre dava le sue lezioni d’amore. Album, album, chiedeva il popolo, e album fu, nella primavera 1987, con carrellata di singoli a rendere Mark King eroe da Superclassifica Show, non prima di essere passato a raccogliere allori a Sanremo. Era facile, per i ragazzotti dell’epoca, fare bella figura: davanti alle ragazzuole che sbavavano per i boccoli di Joey Tempest o per gli occhiettini di Nick Kamen, bastava sgasare un “oh, ma lo senti il basso dei Level 42?” per fare la parte del maestro di musica. Il marchio di fabbrica della band, il suono finger-picking sul basso che pompa (lo avremmo ritrovato, pari pari, in una successiva “Ti pretendo” di Raf), era però anche il limite estremo del gruppo britannico che, al di là di questo, non riusciva ad andare, rendendo prevedibile e immutabile il sound delle loro canzoni. Ci avrebbero provato di nuovo, alla fine degli eighties, ma “il basso pompa, il basso pompa, speriamo che la casa, che non si rompa”, come cantava un Jovanotti ancora pischello, non bastava per tornare al successo di questo album qua. (Enrico Faggiano)