recensioni dischi
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GALERA  "Fai finta che mi ami"
   (2020 )

Fino al 2012, operavano nell'underground gli Ebola, nell'àmbito del death metal più estremo e, se consideriamo che annoverarono, per di più, componenti di un certo peso come i Payback, si evince che tali personaggi non andrebbero a far parte di una combriccola di poca qualità. Poi è successo che, una volta "sepolti" gli Ebola, il leader Roberto reincarna il tutto nei Galera i quali, dopo un paio di e.p. all'attivo ed una pausa di qualche anno, (ri)escono a dar vita ai 5 pezzi di "Fai finta che mi ami". Della serie: o fai buon viso o c'è il massacro dietro l'angolo. Eh, sì... parliamo di un tappeto sonoro srotolato per far tabula rasa di orecchie e rilanciare l'hardcore più efferato e tellurizzante. Non è che si possa invocare "pietà!": prima di entrare nel penta-e.p., armatevi di buoni timpani predisposti al cataclisma uditivo. Personalmente, mi ritengo fortunato poichè nelle mie fruizioni musicali c'erano, spesso, i Discharge e tutto l'harcore punk californiano di Germs, Black Flag, Minor Threat ed altri "brutti" ceffi, sennò ne uscirei sconvolto, smarrito, spiazzato. Invece, una volta schermati a dovere, non sarete più vittima del "Boia", pronto a martellarvi in testa con pacche micidiali, e la "Tenebra" che calerà non farà rizzare i capelli e nè produrrà occhi sbarrati. Se, dopo le prime due songs, ti perdi nella spietata crudeltà del combo capitolino, c'è un solo modo per uscirne: "Strilla ancora" e qualcuno sarà li a raccogliere l's.o.s. Insomma, roba per gente forgiata come me, come voi, che ha lobi abituati allo "screaming" più minaccioso d' alt(r)a frequenza. E se in "S'accabadora" i ragazzi possono apparire meno ispirati ed irosi, in parte è vero, vista la scelta di tirare il fiato nella conclusiva titletrack, nella quale optano di deporre la voce e dare spazio ad un'estraniante oscurità assemblativa, come a ritrarre che l'energia è stata profusa al 100%, senza risparmiare un singolo muscolo propositivo. I Galera han dato tutto quello che avevano nel motore, schiacciando a tavoletta l'acceleratore-killer, per continuare a mieter vittime con l'ardimento di cantare (stavolta) in italiano un e.p. elitario, tosto, per stomaci forti, ma anche per chi lo stomaco ha voglia di inossidarlo sempre più per essere pronto a compiacersi anche delle ruvide ma energizzanti estremizzazioni stilistiche dei Galera. (Max Casali)