ALEX WHITE "Transductions"
(2020 )
Quando pensiamo all’elettronica, in genere ci vengono in mente suoni sintetici e battiti più o meno spinti. Alex White ci fa ripensare al concetto, applicando al suo modus operandi un suono più naturale: quello del pianoforte. Tramite il Diskclavier, un piano acustico che può essere controllato via midi, Alex concepisce “Transductions” (appena uscito per Room40 Records), che esplora soprattutto le vibrazioni che lo strumento sa dare. E si ispira alle vibrazioni che possiamo sperimentare nella vita reale, come quando da piccolo (o lo fai ancora?) appoggiavi il mento sul finestrino della macchina. La prima traccia si chiama infatti “Cheekbone against window of car”. I titoli evocano altre sensazioni tattili più o meno familiari: “Slow descent of wooden window”, “Cheekbone against window of train”, “Bycicle rear wheel lateral movement”, “Large tent in mild windy conditions”, “Palm pushed against cold metal handrail on stairway”, “Water hammer” e “Ear canal in car with one window open”. Tutte queste sensazioni molto pregnanti, annunciate dai titoli, vengono rappresentate tramite i movimenti del pianoforte, di cui all’ascolto si perde la percezione di una struttura, ci si lascia trasportare dai loop ripetuti, ma senza quello stordimento che l’elettronica dei suoni digitali tende a portare. Così, tramite questi flussi di note quasi liquide, White ci indica una nuova direzione dell’avanguardia. (Gilberto Ongaro)