recensioni dischi
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CINCILLA  "Sogni in saldo"
   (2020 )

Cosa spinge un artista a scrivere delle canzoni? Spesso, per dare sfogo al mondo interiore, altre volte per dipingere quadretti evasivi, ed altre per descriversi con maggior dettagli come è successo a Cincilla (Pietro Milella) con l'esa-e.p. "Sogni in saldo": sei atti più che godibili in tessuti raffinati di pop meno scontato e più indirizzato alla distinta amenità. Di tutto questo se ne accorge, un anno fa, Paolo Davilla che lo incita a registrare il singolo "Sakè", dalle atmosfere stilose sulla scia del Cremonini più "piacioso" , e forgiate con assoluta eleganza e semplicità, mentre con "Indipendente" si torna in premessa, e qui Pietro, con voce in parte effettata, lancia un rettilineo confidenziale con formula piacevolmente fluida per spiegare meglio le sue intenzionalità scritturali. Cerca di defilarsi dai soliti "Clichè" per non cadere nella retorica dello smarrimento dei totem sociali ai quali agganciare un'àncora di salvezza: decisamente un racconto sincero ed accorato in un suggestivo ensamble. Con i suoi "pigri" flussi vocali, Cincilla ha capito che il racconto si fa più chiaro ed empatico anche in "Non so più chi sei", con ticchettii di keyboard che t'avvolgono in sfumature da soundtrack anni '70. Un linguaggio semplice, il suo, niente di "Impossibile" e facilmente assimilabile, ed in più mettici che, se qui parla d'amore e dei suoi saliscendi, ri(n)corre sempre l'eloquio leggero, l'ascolto meno pedante, la riflessione neutra ed imparziale. "Ghost track" non è quella nascosta in coda agli albums, ma una nitida e delicata ballad che omaggia Bologna, evidentemente incastonata nel cuore di Pietro come la natia Venezia. Vedete... "Sogni in saldo" è uno di quei lavori cosi rispettosi dell'orecchio e amici della fine ponderazione, il cui ascolto non farà torto a nessuno: ci metto la mano sul fuoco. (Max Casali)