recensioni dischi
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THEOSOPHY  "Towers of black pantheon"
   (2020 )

I Theosophy sono un quartetto russo originario dell’area siberiana, ma il nome non suonerà del tutto nuovo a molti aficionados del metal: la band, infatti, è attiva da oltre un decennio e da poco ha pubblicato “Towers Of Black Pantheon”, quinta fatica discografica che arriva a tre anni di distanza dal lavoro precedente. I Theosophy cambiano poco rispetto al passato e ripartono da una formula già nota, ma già rivelatasi vincente: la proposta dei russi si ferma nella zona grigia tra black e death, incorporando elementi caratteristici di entrambi i generi e filtrando il tutto attraverso un pizzico di melodia che, comunque, non snatura mai la proposta. I pezzi sono otto e si esauriscono in poco meno di quaranta minuti, perennemente immersi in un’atmosfera oscura e carica di tensione, grazie ai vigorosi riff chitarristici e alla batteria martellante. “Towers Of Black Pantheon” regala un guizzo importante già in avvio, con “Curse Of Ak-Kadyn”, che introduce l’ascoltatore in un tunnel di tenebre, pur senza mai raggiungere velocità particolarmente sostenute. È il pezzo migliore del lotto insieme a “Old Stone In The Woods”, claustrofobica nel suo incedere e ammantata di doom, ma, complessivamente, l’album scorre senza affanni. Quello dei Theosophy è un gradito ritorno: ormai si tratta di una realtà bella e consolidata, che oggi ha una nuova ghiotta occasione per conquistare fan nel resto d’Europa. (Piegiuseppe Lippolis)