recensioni dischi
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GIUNTO DI CARDANO  "Caos"
   (2020 )

I “Giunto Di Cardano” sono un trio pugliese presente sulla scena musicale dal 2011 attraverso un’intensa attività live lungo la Penisola e con l’esordio discografico nel 2017 con “Kadima”, lavoro autoprodotto, che ha ottenuto un discreto successo di critica e di pubblico. “Caos” è un intenso viaggio interiore che, partendo dal disordine, vuole giungere nelle profondità dell’anima e darle un’ordine e una sensazione di completezza: completezza cui non si giungerà perché la tendenza dell’animo umano è quella della mancanza di un qualcosa che sia veramente appagante. Un viaggio verso la propria follia interiore, verso un presente da vivere con intensità pur scontrandosi con i propri drammi interiori. Davide Tappi alla batteria, Mariano Cericola al basso e Giuseppe Colangelo alla chitarra e voce, danno vita a 13 tracce pregne di un rock grintoso e genuino, in grado di coinvolgere e convincere l’ascoltatore sin dal breve incipit che apre il “Caos”: “Amnesia”, con i suoi appena trentatré secondi, spiana la via alla travolgente “Dandy” in cui basso e batteria galoppano sostenendo il ritmo energico della chitarra. In “Chiedimi In Fondo” e “Navigli” il clima si fa più disteso ma non viene meno il pathos del viaggio introspettivo alla ricerca di sé stessi. Il piano apre alla coralità delle voci e ad una chitarra alienante e alienata, sostenuta dall’ottima intesa basso-batteria che mettono in scena “Drama” e “Non Esisto”. “Blue” rappresenta il giro di boa dell’introspezione caotica, che cerca affannosamente di dare un’ordine a ciò che per sua natura non può averlo. Sonorità ipnotiche sono il filo conduttore di “Ritratto Del Dottor Gachet” e “Paz!”, mentre un atmosfera più vibrante, ma non per questo meno cervellotica, si impadronisce di “Non C’è Niente Come Noi”. “Undici”, “Questione Di Meccanica” e “Induzione” sono le ultime tracce che pongono fine ai moti ondosi dell’anima. Dal caos all’ordine e dall’ordine al caos. Un disco genuino e sanguigno, frutto di una consolidata intesa della band, in grado di creare una comune identità senza perdere di vista la specificità dei suoi tre componenti. Un lavoro che non è sicuramente di immediata comprensione, soprattutto per il valore dei testi, ma è da ascoltare più volte per essere assimilato e interiorizzato. (Angelo Torre)