GARD NILSSEN'S SUPERSONIC ORCHESTRA "If you listen carefully the music is yours"
(2020 )
Dalla Norvegia ascoltiamo una big band, composta da sedici musicisti, di cui sette al sassofono (alto, contralto, tenore) e clarinetto, due a tromba, uno al trombone, ben tre al contrabbasso e due alla batteria. E tutti almeno una volta alle percussioni. La mente, uno dei due batteristi, è Gard Nilssen, e il progetto prende il nome di Gard Nilssen’s Supersonic Orchestra. Di nome e di fatto, il tentativo (riuscito) è quello di poter essere definiti supersonici. Il corpo sonoro dei fiati è compatto e si fa sentire, all’interno dell’album dal vivo “If you listen carefully the music is yours”, appena uscito per Odin Records. Sono sei tracce, ma quasi tutte superano i 10 minuti di durata, poiché il jazz orchestrale si concede molte improvvisazioni. In “Premium processing fee”, il tema esatonale è agitato, e certe armonizzazioni fanno pensare all’indimenticato Augusto Martelli, nei suoi brani (a mio umile avviso “sprecati”, poiché svalorizzati) per la televisione. Qui e anche in altri brani, dopo la coda di chiusura, i fiati cinguettano liberamente, senza strumenti ritmici. In “Bøtteknot Elastic Circle”, dopo un complesso ritmo, sembra che l’orchestra (forse involontariamente) tributi i misteri delle via crucis del Sud Italia, con quell’andamento al contempo funereo e squillante. Anche al centro di “Teppen dance” i fiati sembrano muoversi con mestizia, sopra gravi ruggiti del sax baritono, ma i primi quattro minuti e mezzo sono dedicati al… maltrattamento dei contrabbassi. Gli ingombranti strumenti risultano caotici anche in “The city of roses”, dove si staglia un vivace clarinetto. Ampio spazio ai contrabbassi anche in “Jack”, che sembrano entusiasmare il pubblico, per poi riaccendere la festa con trombe e sax. L’episodio di chiusura è emblematico, “Bytta bort kua fikk fela igjen”. Aperto da un virtuosismo tribale di sole percussioni e batteria, il brano decolla con un tema all’unisono, per arrivare ad un clima avvincente da sigla di Cowboy Bebop. Dopo la prima coda, si lascia spazio al trombone solista, per concludere con una ripartenza alla gasolina. Se lo dicono da soli: per i cultori del genere sono supersonici! (Gilberto Ongaro)