ATOMIC PAPAS "The invisible man"
(2020 )
Eh sì, in questi tempi cupi serve un po’di ritmo.
E del sano e genuino rock and roll potrebbe fare proprio al caso nostro.
Allora largo a questo trio toscano, gli Atomic Papas, che hanno sfornato da poco un EP di esordio composto da quattro canzoni che gli stessi autori definiscono “Neo rockabilly”. Ottimo per me dare un po’ di movimento a queste tristi giornate di clausura.
Quattro pezzi che odorano di brillantina e anni cinquanta, quattro variazioni sul tema di un genere che potrebbe aver perso con gli anni un po’ di forza propulsiva, ma che gli Atomic Papas rivitalizzano alla grande.
Infatti il trio, non solo suona in modo impeccabile , rispettando sonorità e schemi della materia in questione, ma aggiunge anche un pizzico di originalità che, di sicuro, non guasta.
Si parte con il brano che dal nome all’opera, “The invisible man”: atmosfera tesa, voce misteriosa e singhiozzante alla Lux Interior, chitarra carica di eco più contrabasso spumeggiante a macinare il groove insieme alla batteria minimale. Ottimo inizio, bel biglietto da visita.
Poi “You got to loosen”, un twist da swimming pool con tanto di coretti, stop and go, e un sax che ricama svolazzi per tutto il brano.
Passando per “Home” (più classica e countryeggiante) si arriva all'ultimo brano, il mio preferito, la cinematografica “Red hot signorina”, che aggira i limiti del genere e si candida a sigla perfetta per una serie tv dal clima “noir”, grazie alla voce da “crooner” di Nicola Giudi e anche al lavoro di chitarra e fiati che si inseguono per tutto il brano creando una tensione rovente e misteriosa.
Atmosfere torride che rimandano ai deserti e alle terre di confine dei Calexico e anche dei Thin White Rope.
Insomma, nelle vene degli Atomic Papas non scorre solo rockabilly.
Ottima prova.
Buona la prima. (Lorenzo Montefreddo)