MAGIA NERA "Montecristo"
(2020 )
Quando oggi mi ritrovo a scrivere di dischi con sonorità retrò, mi chiedo spesso quanta gloria in più potevano riscuotere se usciti a ridosso degli anni '70. Ebbene, i veterani Magia Nera erano tornati nel 2017 con "l'ultima danza di Ophelia", dopo ben 44 anni (!), ed ora, dopo appena 3 tornate di calendario, et voilà! Rieccoli in campo con il concept album "Montecristo", liberamente ispirato all'opera di Alexandre Dumas. Campane a lutto echeggiano all'entree di "Tradimento", elettrizzando poi il tutto tra ghighi beffardi d'improvvise esplosioni e fasi rassicuranti, mentre "Il primo giorno di prigionia" decolla tosto con malevoli grattate di chitarra per dare incisività e compattezza ad un atto di puro rock che vive di respiri graffianti, nei quali spiccala forza autorale del singer. I... "Ricordi" potrebbero far pensare ad una band arrugginita, claudicante, datata, ed invece la menano ancora bene con vigore dirompente, e non c'è "Tempo" per guardarsi indietro per quanto già fatto: oggi osano in pompa magna persino in un capitolo noir-folk, baciando solo in coda retaggi dell'immancabile prog. E se le "Voci della mente" ronzano con tastiere d'antàn Deep purple-iane in grande spolvero, "La galleria" della loro arte mostra ancora quanto i Nostri "vegliardi" sappiano trattar la materia a testa alta con ampie distese strumentali e risvegli vocali che tracciano personalismi d'effetto. Signori, si cambia zona: adesso si bazzica dalle parti di Novellara con "Il salto nel sacco", facendo visita, appunto, nella terra dei Nomadi, come se il mitico Augusto Daolio avesse fatto un corso di grinta deliziandosi nelle forge di uno strisciante combact-rock. Appena mezzo minuto liturgico e poi Via col gas sull'isola di "Montecristo", con svolazzanti guitar-works in prima linea e dietro le quinte, miscellando la sua essenza tagliente con schegge di keyboards seventies. "La fine" va presa alla lettera e solo ora si smorzano i toni in poetica acustica soave ma duttilmente rock. In decenni colmi di vicissitudini, i Magia Nera han tenuto botta anche a lunghi isolamenti ma tenendo sempre accesa la fiammella del "non si sa mai che un giorno...": e "Montecristo" è la fulgida riprova che quella loro verve hard-dark-fantasy non è mai sparita, in forza di quell'inossidabile legame chiamato musica. Rallegriamoci: questi non li sciogli nemmeno se li butti dentro al sole! (Max Casali)